Raffaello Sanzio, con il suo celebre dipinto La dama con il liocorno, volle forse restituire un’aura di castità e purezza alla figura di Giulia Farnese, che fu considerata la “regina di Roma” fino al 1503, anno della morte di Papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia.
Facendo un salto indietro in quel secolo, prima ancora della scoperta delle Nuove Indie, il trentenne Rodrigo, già cardinale e vicecancelliere della Santa Romana Chiesa, si era fatto segnalare una locanda famosa per la buona cucina e per le dolci compagnie. Si trattava della Locanda della Vacca, situata lungo il vicolo del Gallo, rinomata per la carne bovina e gestita da una donna affascinante e prosperosa: Vannozza Cattanei, originaria di Mantova, figlia di Mechina e vedova del pittore Jacopo Cattanei, di modesta nobiltà.
Vannozza, rimasta sola, non si perse d’animo. Con il lavoro — e non solo con quello della fronte — si trasferì a Roma e aprì la celebre locanda. Rodrigo fu immediatamente attratto dal suo aspetto e, nei sei anni successivi, Vannozza gli diede quattro figli, tra cui i celebri Cesare e Lucrezia Borgia.
Tuttavia, fu la giovanissima Giulia Farnese, con la sua purezza e virginale bellezza, a conquistare il cuore (e i desideri) del futuro Papa. Quando Rodrigo fu eletto pontefice nel 1492, Giulia trovò la sua “America”: divenne la dama più influente di Roma, la vera regina della corte papale.
Nel frattempo, Vannozza venne gradualmente allontanata: Rodrigo le fece costruire un palazzo all’angolo del vicolo del Gallo e le concesse perfino l’uso dello stemma dei Borgia — il leone rampante e il leone uscente con il compasso.
Nel celebre dipinto, il liocorno (unicorno), simbolo di castità e purezza, non è solo un emblema della virtù femminile: allude anche al legame “sacrale” tra Giulia e il Papa, una sorta di matrimonio spirituale. Alessandro VI fu infatti un Papa politico e strategico: riuscì a portare ordine nella Chiesa, a mediare tra Spagna e Portogallo e ad ampliare i territori vaticani, anche grazie alle imprese militari di suo figlio Cesare.
A confronto, La dama con l’ermellino di Leonardo (1488) riflette un legame puramente sentimentale e affettivo, non politico né strategico come quello tra Giulia e Rodrigo.