Che la città sia stata consegnata ai voleri egemonici di una ristretta elite di commercianti (quelli privilegiati sappiamo bene tutti chi siano), da parte di un’amministrazione pessima, è sotto gli occhi di tutti.
L’ennesimo tassello di una situazione disastrosa è la decisione del Comune di limitare l’accensione dell’illuminazione pubblica, ritardata di un ora e posticipata di un ora, nelle nostre strade.
Il buio invernale che sopraggiunge presto, lascia le strade più insicure e pericolose, così come gli attraversamenti pedonali, i vialetti dei parchi, di fatto mettendo a rischio l’incolumità delle persone.
Ma ovviamente questo non tocca minimamente la Città del Natale, la cui illuminazione “a tutto foco” perenne, anche in settimana, è invece incoraggiata.
Luci di serie A e luci di serie B, un risparmio nell’essenziale e uno spreco nel futile.
Perché non studiare una soluzione ecologica come i pannelli solari per i lampioni, che a costo zero nel tempo, potrebbero funzionare bene ?
Anche la palla luminosa nel piazzale della stazione è un altro esempio di spreco, serviva davvero ?
Ma tanto il Sindaco sta sempre in America, e della città che amministra (male) poco gli frega, questo è assodato.
Intanto i commercianti del Centro Storico gongolano, mentre le luminarie delle altre vie vengono regolamentate a ribasso; due pesi e due misure.
Finché non si pensa che Arezzo non è la “città dei commercianti”, ma sopratutto di tutti gli altri, operai, studenti, pensionati, casalinghe, impiegati, che alla fine della fiera hanno solo da rimetterci, per fare guadagnare una ristretta cerchia di privilegiati, non si va da nessuna parte.
Triste, vero, ma al momento da quell’orecchio a Palazzo Cavallo sembrano non sentire.