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venerdì, Marzo 29, 2024
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Titoli&Colla: La marcia del museo

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Il primo avviso fu nel segno di un’arietta pungente. «Chi ha aperto le finestre?»
domandò il direttore del museo.
Le guide si guardarono perplesse: le finestre erano chiuse. Una meticolosa visita in tutte le stanze lo confermò senz’ombra di dubbio.
Eppure… eppure c’era un’arietta pungente tra i quadri e le sculture che andava e veniva, andava e veniva.

«Non senti? Il museo respira!» suggerì una guida, entrando in una delle tante stanze.
I colleghi sorrisero ma poi si guardarono perplessi.
«Che sia stato installato un nuovo impianto di aerazione?» disse uno, cercando tra gli angoli del soffitto.

Il museo, un rinomato pezzo di storia e di cultura cittadina, in pieno centro storico, aveva da poco affrontato dei lunghi lavori di restauro.
Non deve dunque stupire quanto venne in mente al direttore: «Quegli operai hanno di certo lasciato un buco aperto!».
Proprio come era successo a casa sua.

L’arrivo della telefonata dei carabinieri lasciò invece tutti di stucco.
«Chiamiamo per il museo…» esordì l’appuntato.
«Perché?» domandò il centralinista.
«Ci giungono segnalazioni che… ecco… non so come chiedervelo…».
Il centralinista ebbe appena il tempo di deglutire.
«Pare che il museo si stia muovendo».
«Come… muovendo?» e deglutì ancora.
«Così dicono. Potete confermare?».
Il direttore, che ascoltava tutto, corse alla finestra. «Ma cosa?…». Sì, confermava.
Il museo si stava muovendo.

Era già quasi in mezzo alla strada.
La sua era una marcia lenta, dolce, gentile ma continua.
Il direttore guardò il lampadario: appena oscillava.
«Mettete al sicuro le porcellane!» urlò senza riuscire a distogliere gli occhi dalla strada, ingoiata dall’avanzare del museo, con le persone laggiù, in basso, che lo guardavano esterrefatte, gli occhi spalancati, le bocche aperte.

Il museo si fermò a circa quattro chilometri di distanza dopo quasi cinque giorni di cammino ininterrotto.
Si fermò su un’area verde incolta a fianco di un complesso di residenza popolare. Gli ingegneri incaricati di verificare l’agibilità del museo confermarono che la struttura non aveva subito alcun danno.
All’apertura delle porte il direttore, ancora sotto shock per quanto accaduto, fu come svegliato da un lungo applauso.

Davanti a lui i residenti di quell’ignoto quartiere cittadino, sorridenti, incuriositi, facevano segno di voler entrare in quella struttura che aveva viaggiato fino a raggiungerli.
Non pochi erano i bambini.

La maggioranza non era mai entrata in un museo.
Un gruppo rock improvvisò un concerto.
«Ed ora?» domandò una delle guide.
«Ed ora… si torna a fare il nostro mestiere» rispose il direttore.
Spalancando le porte a quella straordinaria, pacifica invasione, il direttore non riuscì a trattenere un’inaspettata, anomala, euforia.
Quindi si ritrovò a posare una mano sul muro ad angolo del museo come se fosse la spalla del suo più caro amico. E strinse. Forte.
«Lasciate che circoli l’aria. Lasciamolo respirare» furono le sue parole.

Un quotidiano tra le mani, le parole rappresentative di alcuni titoli, un barattolo di colla, un foglio bianco, un semplice mix fino a creare un articolo che ci piacerebbe leggere: questa è l’idea che sta alla base del racconto di oggi.
Per chi ha voglia di partecipare al progetto Titoli&Colla non resta che fare altrettanto e inviare immagine e racconto all’indirizzo: sottoidiciotto@gmail.com.
I racconti più promettenti saranno pubblicati su lortica.it.
Buona fantasia a tutti i lettori.

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Gianni Micheli
Gianni Michelihttp://www.giannimicheli.it
Gianni Micheli Giornalista, scrittore, regista, attore, musicista e collezionista di storie. Sulla carta, sul web, in teatro e a scuola, ha una particolare predilezione per la scrittura creativa, la drammaturgia dedicata all’infanzia, la multiculturalità e per il teatro civile. Dal 2012 è uno degli autori della Staffetta di Scrittura Creativa organizzata da BiMed (Biennale della Scienze e delle Arti del Mediterraneo). Nel 2020 è uscito Testone il piccione, Vertigo Edizioni. Nel 2021 con Lezioni d’amore e di chitarra, Edizioni Helicon. Ha collaborato, tra gli altri, con Stefano Massini, Ottavia Piccolo, Amanda Sandrelli, Dario Brunori, Margherita Vicario, Moni Ovadia, Marisa Fabbri. È apparso sulla Rai e La7. Parte dello staff di Officine della Cultura è responsabile dell’ufficio stampa di alcuni importanti festival nazionali. È tra i fondatori dell’Orchestra Multietnica di Arezzo. www.giannimicheli.it - www.giannimicheli.eu

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