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sabato, Marzo 30, 2024
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Lo chaffeur

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Ovvia, ci tocca sopportare anche questa e, per giunta, nel giorno solenne dedicato alla nostra protettrice, la Madonna del Conforto.

E sì perché ci sono levatacce e levatacce !
Chi si alza presto, per partecipare devotamente alla prima Messa mattutina (ore 6.00: tantissimi fedeli di ogni età che non hanno trovato posto nella pur capiente cappella, ed hanno seguito il rito al di là delle artistiche grate in ferro), quest’anno celebrata da Mons. Vittorio Gepponi nonostante che questi da tempo svolga il suo ministero altrove e chi invece, sale sull’auto e punta dritto alla capitale, per prelevare il porporato con il quale celebrerà la messa solenne delle 11.00.

Premesso che ogni cardinale ha nel suo appannaggio una confortevole autovettura munita di autista, che usa per i propri spostamenti sia sulle lunghe distanze che meno, apparentemente, ma solo apparentemente, la levataccia dell’arcivescovo/pensionato risulterebbe un tantinello incomprensibile.

Incomprensibile un corno, diciamo noi !
E perché direte voi ?
Perché tale gesto di viziata galanteria da parte del nostro pensionato è così lapalissiano, che persino le pulci urlatrici di stanza nelle folte pellicce dei bisonti americani ne hanno compreso la ragione.
Non avete ancora capito ?
Suvvia, non si tratta di galanteria ma di tutt’altro, si tratta di ruffianaggine, di catechizzazione pro domo sua, di autosponsorizzazione per restare ancora a sminestrare come signore assoluto di Colle San Pietro.
Insomma sta smuovendo, parlando, incontrando le alte sfere vaticane per assicurarsi ancora qualche mese di regno.

Che tristezza diciamo noi, che bassezza, che cupidigia !
Anche nel giorno più caro agli aretini, invece di onorare e venerare la Madonna del Conforto con umiltà e devozione, egli pensa solo e soltanto a sé stesso.

Un vecchio e santo sacerdote di questa Chiesa aretina amava dire:
“Nell’impegno ci sta l’esempio”.
Fortunatamente e nonostante in questi tredici anni, sia stato usato il lanciafiamme per allontanare valenti sacerdoti, la nostra Madonnina ci ha concesso la grazia in questo giorno di ascoltare una voce finalmente spirituale, senza protagonismi, capace di riportare a Dio il cuore smarrito della gente (chi ha orecchi per intendere…).

Nonostante l’orario e la pioggia battente, tantissimi fedeli ed alcuni sacerdoti hanno partecipato alla celebrazione eucaristica.
E non c’è dubbio che questo è stato uno dei momenti più favorevoli per un clima spirituale intenso e unico.
Come sempre Mons. Gepponi, ancora rimpianto per la sua predicazione intensa e profonda, umile e coraggiosa, è stato un aiuto e un nutrimento provvidenziale per i presenti.

Ascoltare la sua omelia è stato un momento di elevata grazia spirituale, ricordandoci le parole di Giovanni Paolo I che disse all’Angelus domenicale del 10 settembre 1978, a proposito della tenerezza materna di Dio: “…Anche noi che siamo qui, abbiamo gli stessi sentimenti: noi siamo oggetto da parte di Dio di un amore intramontabile.
Egli ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra che ci sia notte.
È papà; più ancora, è madre.
Non vuol farci del male, vuol farci solo del bene, a tutti.
I figlioli, se per caso sono malati, hanno un titolo di più per essere amati dalla mamma.
E anche noi, se per caso siamo malati di cattiveria, fuori di strada, abbiamo un titolo di più per essere amati dal Signore”.

Questo vuol dire assumersi la responsabilità di essere testimoni del vero, del buono, del bello che solo Dio sa donare e farlo riconoscere agli uomini.
E questo è quanto mai urgente specialmente in questi tempi cupi dove l’uomo sembra non voler più riconoscere ma, anzi, deturpa in tutti i modi (anche dentro la Chiesa) il suo essere fatto a immagine e somiglianza di Dio cedendo inesorabilmente alle insidie del maligno.

Nonostante tutto questo c’è ancora speranza!

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La Vespa
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Dotata di due formidabili antenne capta, nel territorio urbico locale, tutto quanto c'è di anomalo e, a suo insindacabile giudizio, usa il velenoso pungiglione per raccontare e denunciare. Mimetica e veloce vola di qua e di là, da un abuso ad uno sperpero; da un incarico in odore di favore ad un finanziamento dato per l'acquisto dei bigodini della nonna.

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