BANZAI, per chi, come noi, conosce bene il giapponese, significa EVVIVA.
E noi aretini non possiamo che esultare di fronte alla notizia che prossimamente in Piazza Grande, di fianco alle logge del Vasari, verrà aperto un ristorante giapponese (per chi non conosce le lingue, un Japanese Restaurant): una grossa novità per la nostra Città, ormai stancatasi di cibi toscani o tirolesi, che si inserisce molto bene nel patrimonio artistico e culturale cittadino e rafforza il legame con il nostro territorio.
Ce n’era un reale bisogno, in quanto, considerata la politica “restrittiva e protezionistica” dell’Amministrazione Comunale in fatto di concessione di licenze di ristorazione (ma non hanno nulla da dire le Associazioni di categoria ?!), sono così pochi i bar ed i ristoranti aperti negli ultimi anni in quella parte della città !
E non ha importanza se, invece della valorizzazione in tavola dei prodotti del territorio ; se, invece dell’olio, del vino, della carne e della farina Verna prodotti dalla Fraternita dei Laici, che, dal lato opposto della piazza, guarderà con simpatia ed un po’ di invidia il nuovo locale, perché potremo cibarci di sushi e sashimi e bere sakè e te’ verde.
E non importa se mancano i servizi igienici (forse con il ristorante giapponese ne avremo uno in più) ; se le strade circostanti sono piene di avvallamenti e buche, male illuminate ed i vicoli sono i luoghi preferiti dello spaccio, dove vedi – se va bene – una volta al mese una coppia di vigili urbani e poi per settimane, salvo qualche evento importante, non li vedi più (non diciamo altro, altrimenti ci querelano !) ; se, anziché un’uniformità delle porte e degli infissi dei locali, abbiamo una arlecchinata, che per anni è stato il cruccio di un nostro amico antiquario recentemente scomparso ; non importa tutto questo e molto altro, perché noi aretini ci potremo consolare a base di ramen e manzo di kobe.
È importante e significativo, invece, il fatto che il ristorante giapponese sia ad uscio e bottega con l’abitazione del Sindaco, il quale così ne potrà respirare gli odori e di tanto in tanto assaggiarne i sapori, senza che qualcuno lo possa accusare di essere affetto dalla sindrome nimby.