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lunedì, Aprile 1, 2024
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La movida aretina, ci vuole più chiarezza

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Le zone centrali e semi centrali di Arezzo sono vittime della movida.
Intere zone sono ormai divenute punti di aggregazione per centinaia di avventori – più o meno giovani – che non solo affollano i locali ma, questo il vero problema, vi stazionano fuori, affollando strade e vicoli e creando una serie di difficoltà a chi risiede nei dintorni.

Una di queste difficoltà è data dal rumore generato da un grande numero di persone; rumore che nelle strade si propaga e si amplifica, rendendo impossibile il riposo, sacrosanto, ai residenti.

Molte amministrazioni locali hanno cercato di far dialogare le associazioni di categoria con i residenti, in modo da stabilire regole di convivenza accettabili, che possano tenere in considerazione gli interessi delle attività economiche di ristorazione, unitamente al diritto al riposo delle persone.

In molti casi, però, questi tentativi non hanno funzionato, e il casino dei giovani, spesso ubriachi, hanno creato danni, con abbandono di rifiuti, atti di vandalismo, risse e quant’altro.

Il nucleo del problema è che, anche dopo la chiusura dei locali, la gente resta sul luogo a schiamazzare, urlare, impedendo alle persone che della movida e della “bella vita” non hanno interesse, la subiscono loro malgrado.

Possibile che non vi sia una soluzione ?
In alcune città hanno delocalizzato club e locali in zone periferiche e industriali, spostando il casino laddove non dia fastidio a nessuno, ma non sempre la soluzione serve.

Giusto divertirsi, ma sempre senza rompere i coglioni agli altri, e spesso, vedi il caso dell’Urban Cafè, a pagarne il prezzo sono tutti i cittadini.

A chi potrebbe accusarmi di essere vecchio e brontolone, chiedo se facesse piacere avere sotto le finestre di casa sua urla e schiamazzi due o tre sere alla settimana fino a tarda notte.
Se mi dice si, spostiamo i locali sotto tali abitazioni.

6 Commenti

  1. Bravo, complimenti.
    Tutti fenomeni sotto casa degli altri, poi magari a casa loro si lamentano per un bambino che piange.
    Grande ortica che non segue il branco e non le manda a dire a chi crede che siamo locchi e ci facciamo confondere con una rota al Prato.
    Insistete!!

  2. Purtroppo ci sono a breve le elezioni ed ogni mossa in senso restrittivo sarebbe deleterea. Ovvero: sono più quelli che movideggiano e che con la movida ci campano o quelli che la “subiscono”? E’ machiavellicamente logico supportare l’istanza del gruppo più numeroso. Ed ecco il risultato a voi (noi) servito.

    • Vero, quest’anno però c’è un problema ulteriore riguardo agli assembramenti ed il Sindaco si prende una grossa responsabilità non intervenendo.
      E attenzione a sottovalutare il numero e la pazienza della mica tanto minoranza silenziosa!

  3. Un articolo fazioso che non aggiunge nulla di nuovo né idee, solo astio verso i giovani, che è molto di moda in questo periodo. Colui che ha scritto l’articolo sembra essersi dimenticato di quando era giovane. Il riposo dei residenti è sacro e non serve a nulla vietare le feste. Occorre solo buona educazione! Ora vi sentite legittimati a scrivere cose del genere, grazie ad un governo della città di destra, che somiglia molto al periodo delle persecuzioni razziali.

  4. Caro Daniel, se essere fazioso con i giovani significa non tollerare risse, schiamazzi, urla e vandalismi di tanti giovani nelle nottate del week end, e non lasciare dormire la gente a casa sua, allora cosa dovremmo fare ? Voglio vedere se venissero sotto casa tua, poi se protesti o meno…

    Non c’entra nulla la politica, perché la movida rompe le palle a persone di entrambi gli schieramenti.

    Se riesce a fare diventare educate queste orde di ragazzi che non hanno rispetto di nulla, le pago una cena.

  5. Ma Daniel, è proprio con questa amministrazione che è esploso il disordine notturno, a dire la verità anche di giorno e da quello che sento in giro questo chiudere gli occhi di fronte a questo problema gli viene rimproverato proprio dagli elettori di destra, o dovrei dire ex elettori.

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Il Burattino
Il Burattino
Giocatore incallito di verbi e parole, iconoclasta e irrispettoso, non si piega e non si spezza, specialmente quando il gioco si fa duro, egli comincia a giocare. Abituato a prendere botte si difende a colpi di mazza, poliglotta e multietnico, è forse il primo immigrato di Arezzo dalle calde terre dell'Africa.

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