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Un augurio per il 2020 degli aretini: avere un sindaco capace e voglioso di farlo

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Abbiamo un Ghinelli candidato dalla coalizione di destra, ma anche no, nel momento in cui la questione COINGAS dovesse coinvolgerlo o la stessa destra decidesse di candidarlo alla presidenza della regione Toscana.

Abbiamo un Ceccarelli che nel centrosinistra (più nella sinistra che nel centro) vedrebbero in molti come candidato ideale per strappare alle destre la guida della città.
Ma anche no, dal momento che lui nicchia e vuole un appoggio “globale” per candidarsi.

Abbiamo poi un Ralli (detto anche mister 40%) che si lancia da solo e in anticipo sugli altri come candidato del centrosinistra (più centro che sinistra) tirando fuori dal cilindro il tema ospedale nuovo (ma se l’abbiamo finito ora!) come se potessero esserci i soldi e le priorità della regione in relazione a un simile intervento.

Non ci manca nemmeno la Lucia Tanti (miss 35%), delegata a rispondere a Ralli dalla sua coalizione e a rivendicare il primato dell’idea di un ospedale nuovo per Arezzo (sigh!).
E’ probabile che in caso di ringambo da parte di Ghinelli, possa essere lei la donna candidata a Palazzo Cavallo dalle destre.
Ha un paio di problemini, in realtà.
Il primo è che non è aretina (ma non lo sono nemmeno Ceccarelli e Ghinelli), il secondo che ha aderito all’inesistente partito di Toti.

Chissà, è possibile che all’ultimo momento sbuchi dal cilindro un candidato diverso da questi, magari qualcuno esterno alla politica; un imprenditore noto o un libero professionista di grido.

Ritrovarsi sindaco un Beppe Angiolini o un Andrea Scanzi; un Giovanni Raspini o un Bruno Tommassini (gay che sarebbe il primo, almeno si dice); un qualsiasi Squarcialupi o un Butali di seconda generazione, potrebbe essere un attimo.

Che Dio ce la mandi buona…

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Pietro Aretino
Pietro Aretino
« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco, che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo, scusandosi col dir: "Non lo conosco"! » (Ironica epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio[1]) È conosciuto principalmente per alcuni suoi scritti dal contenuto considerato quanto mai licenzioso (almeno per l'epoca), fra cui i conosciutissimi Sonetti lussuriosi. Scrisse anche i Dubbi amorosi e opere di contenuto religioso, tese a farlo apprezzare nell'ambiente cardinalizio che a lungo frequentò.

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