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martedì, Aprile 2, 2024
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Il PD muore mentre litiga per dividersi quattro chicchi di granturco

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Sono masochisti, si sa.
Quelli della ex sinistra lo sono da molti anni ormai, mentre quelli del PD hanno cominciato con la fondazione del partito; ma la fase più acuta è iniziata con la vittoria di Renzi alle elezioni europee.
Lì l’ex bambino prodigio ha creduto di poter conquistare il mondo e invece no, non è stato così, lì è iniziata la discesa di quello che è diventato l’arrogantino fiorentino.

In seguito ad un’azione di governo che agli italiani è poco piaciuta, ma soprattutto per via delle frottole distribuite come mangime ai polli, l’arrogantino ha perso quota senza saperlo accettare, digerire.
Da arrogantino è diventato arrogantone e ha trascinato verso il basso la fiducia che un bel po’ di italiani, di destra e di sinistra, avevano riposto in lui.

E’ andata a finire che quelli della destra l’hanno lasciato ai casi suoi e quelli di sinistra l’hanno lasciato e basta.

Oggi i pochi rimasti nell’aia del PD beccano gli ultimi chicchi di granturco senza capire che il partito è morto, sepolto dal nulla che rappresenta.
Non ha più un’identità (e forse non l’ha mai avuta) ed è ormai composto dagli eredi della DC-Margherita: quattro gatti in croce.

Le eliminatorie interne sono ormai un ritrovo per i superstiti, come le cene degli ex compagni di classe o degli alpini di un tempo.

Il centrosinistra non esiste più, la sinistra nemmeno e i votanti di quell’area o non votano oppure sostengono i grillini (ancora per poco).
Son finiti a salire sul Fico contro le corazzate di destra piena.

Il governo sarà pure ingenuo e incapace, ma in questo momento non ha alcuna alternativa. I cosiddetti benpensanti di un tempo sono diventati quattro amici al bar…

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Pietro Aretino
Pietro Aretino
« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco, che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo, scusandosi col dir: "Non lo conosco"! » (Ironica epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio[1]) È conosciuto principalmente per alcuni suoi scritti dal contenuto considerato quanto mai licenzioso (almeno per l'epoca), fra cui i conosciutissimi Sonetti lussuriosi. Scrisse anche i Dubbi amorosi e opere di contenuto religioso, tese a farlo apprezzare nell'ambiente cardinalizio che a lungo frequentò.

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