Ad Arezzo ti svegli la mattina e non trovi più il Pino storico di Saione.
Ripassi il giorno dopo da San Domenico e non ci trovi più un filare di pini piantati ai tempi del parroco Raimondo Caprara.
Dice l’assessore ai lavori pubblici: erano pericolanti.
E come fai a pensare che non è vero se ormai non ci sono più?
Era pericolante il Pino più amato dagli aretini?
Forse, ora di certo non lo è più.
Ma siccome il verde è di tutti, non a caso si chiama verde pubblico, sarebbe buona regola avere un minimo di rispetto almeno per i residenti, e parlarci prima di decidere di abbattere le piante alle quali sono affezionati.
Una buona regola che ha seguito Alessia Bettini, assessore all’ambiente del Comune di Firenze, che, dopo il crollo di un gigantesco ippocastano, ha convocato in Comune i residenti di Via Corsica, prima di abbattere quarantotto alberi.
Non è che i residenti siano rimasti molto soddisfatti, ma almeno quando sentiranno il rumore delle motoseghe non cadranno dalle nuvole.
E come se non bastasse hanno ottenuto la promessa che la scelta delle piante che sostituiranno quelle abbattute sarà condivisa.
Via Corsica non è in Svezia, è a due passi da Arezzo, dove con le piante si fa il gioco delle tre carte.
Non sai mai dov’è quella giusta.
Ci saranno anche ripercussioni toponomastiche, i vari: viale dei
pini, viale dei platani, viale dei tigli…
diventeranno tutti: viale dei ceppi…