Le magie del giglio fiorentino non finiscono mai, neanche quando il giglio sta perdendo tutti i petali.
Chi avrebbe mai immaginato che il leader del renzismo di quella che è stata la città più renziana d’Italia, si mettesse a capo dei deputati che vanno dal viceministro dell’economia per protestare contro il trattamento delle vittime del decreto “salvabanche”, firmato da Renzi il 22 novembre del 2015?
Eppure l’onorevole Marco Donati, l’ha detto e l’ha fatto.
“Ho promosso – ha scritto nella newsletter di venerdì scorso – un incontro con il viceministro dell’economia Morando per la ricerca di soluzioni destinate ad estendere, all’interno del nuovo decreto, le tutele per i risparmiatori di BancaEtruria, Carife, Banca Marche e Carichieti”.
Ma prima di promuovere l’incontro per tutelare i risparmiatori di BancaEtruria ha chiesto il permesso a Renzi che i loro risparmi li azzerò con il decreto?
E perché l’incontro non lo promosse con l’allora premier Renzi, non diciamo il giorno dopo, ma almeno qualche mese dopo l’azzeramento delle obbligazioni?
Anche con più calma di quella che gli mancò con la gaffe che fece quasi in diretta con il decreto per definirlo un provvedimento positivo per il territorio.
L’onorevole ebbe troppa fretta, ma per tutto c’è il suo tempo: e questo è il tempo di scendere dal carro dove i gigli facevano le magie.