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Il bestiario sulla mela marcia nei rifiuti: chi a metà e chi per culo

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 Dopo l’arresto del direttore dell’autorità di controllo della gestione dei rifiuti di Arezzo Siena Grosseto, ecco chi dice la metà e chi ci prende per il culo:

A come Ad MaioraLa Nazione, scrive: “Non è uno scandalo causale quello scoperchiato (…).Ne nasce un mercato opaco, un quadro legislativo a volte criminogeno, un blocco di potere monopolitistico, a metà tra politica ed affari. Forse è meglio cambiare (il complesso delle leggi che regolano l’organizzazione e l’assegnazione dei servizi pubblici ).ma la dice a metà. Lo scandalo al Pio Albergo Trivulzio, da cui nacque il ciclone di Tangentopoli, portò a cambiare il sistema (ma purtroppo la lezione non è bastata, a giudicare da ciò che continua ad accadere) quando fu cambiato il legislatore, cosa impossibile ai giorni nostri in cui sinistra e destra sono consociate nella gestione delle stesse macroaziende. Come dimostra l’Ato dei rifiuti. Per cui bisogna dirla tutta e pertanto dire: Forza Guardia di Finanza, forza Procura della Repubblica. Dopodiché, possiamo pure aggiungere la formula augurale a sostegno di un cambiamento radicale della politica.

B come Becchi e BastonatiStefano Mugnai, politico di Forza Italia, sostiene: “Il filo conduttore della vicenda è ascrivibile al modo di governare del PD”. Ha ragione, non la dice a metà ma ci prende per il culo. Ha ragione a dire che il modo di amministrare del PD ci sta facendo becchi e la dimostrazione giunge dalle tante inchieste giudiziarie in corso su tante vicende legate a logiche politiche. Ma se con il PD siamo Becchi, con la parte politica di Mugnai siamo anche Bastonati. Il Messia cacciò i mercanti dal Tempio. Nevvero? Mica si mise in mezzo con loro, invitato da loro a stare in mezzo con loro. Nevvero? Come mai il sindaco più importante del centrodestra toscano, che è il sindaco di Arezzo, invece di cacciare a suon di critiche le logiche alla base della gestione dei rifiuti d’area vasta ha condiviso la propria designazione alla presidenza dell’Ato, voluta dai portatori di quelle stesse logiche politiche del PD, contro cui tanto se la piglia il Mugnai?

C come Coglioni forse, anche masochisti no, per piacere – Il Movimento Cinque Stelle coglie al balzo l’arresto del direttore di Ato Rifiuti per proclamare: “Presentiamo l’Alternativa: la nostra proposta di legge sull’economia circolare per una Toscana a rifiuti zero”. Non si può dire che la dica a metà e neanche che M5S ci prenda per il culo. Fa di peggio, ma speriamo per noi stessi di non essere …forse forse coglioni, sì…ma addirittura masochisti…e no! Masochisti davvero, no e poi no. E masochisti lo saremmo senza il senno di ciò che accadde a Parma, con l’elezione del sindaco inizialmente furiosamente grillino contro la termodistruzione dei rifiuti. Poi mantenuta tal quale. E altrettanto autolesionisti lo saremmo senza il senno di ciò che accade nella Roma grillina della sindaca Raggi.

D come Dindalini MassimilianoIl segretario provinciale del PD di Arezzo è di persona un capoverso del Bestiario dei commenti. Dinanzi allo scandalo nato dall’evento giudiziario che scuote le fondamenta di area vasta rifiuti, Massimiloiano Dindalini fa come il bambino che stava, e sta, nel gruppo. Però, dato che è uno che non sa dire, senza mezzi termini, “stiamo sbagliando, abbiamo sbagliato…” per distinguersi agli occhi della maestra, sconfessicchia il sistema marachella creato dalla comitiva, in cui stava e sta. Ma, attenzione: sconfessicchia senza neanche formulare a nome del suo partito le scuse a noi tutti. Costretti a sopportare i dolori insiti nelle ingegnose bravate organizzate dal PD. Tipo le bollette dei rifiuti. Maggiorate dalla correzione in termini di concorrenza impossibile sui prezzi del servizio. Li patiamo finché qualcuno non li scopre ma continueremmo a patirli mentre i soliti politici si cimentano a correggere certe bravate. Facile sconfessicchiare. Altrettanto facile è pentirsi con il senno di poi. Dindalini è il senno del doppo, incarnato in un segretario provinciale PD. E le sue dichiarazioni di rottura sono un’autentica presa per i fondelli.
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Felice Cini
Felice Cini
Mi piacerebbe essere Tristano ma sono Felicino, vorrei essere qualcuno ma sono nessuno. Mi piacerebbe raccontare qualcosa di buono ma non ho argomenti. Vorrei un argomento positivo sul mondo che ci circonda ma non mi piace granché ciò che ci circonda. Scrivo su l'Ortica per la mia passione per ciò che non va bene. Mi assomiglia.

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