Francesco Petrarca, figlio di Ser Petracco, notaio fiorentino costretto ad esulare da Firenze, nasce ad Arezzo nel 1304.
Illustre intellettuale di respiro europeo, il Petrarca è concordemente riconosciuto come sommo poeta in lingua volgare. Il celebre ‘Canzoniere‘, raccolta di poesie liriche che cantano l’amore dell’artista per Laura, personificazione di amore assoluto ed eterno, ha costituito un modello e punto di riferimento per poeti e rimatori italiani delle generazioni successive.
Apprezzato e conteso da uomini potenti e mecenati per le sue qualità di letterato ed umanista, viaggiò attraverso l’Europa e non mancò di visitare la città natale, dove aveva trascorso i primi mesi di vita.
Come ci racconta lo stesso Petrarca in una lettera a Giovanni d’Arezzo, nel 1350, anno del Giubileo, venne accompagnato in via dell’Orto da un corteo di nobili aretini, dove gli fu mostrata la casa dove era nato.
Che il bel complesso architettonico dall’aspetto cinquecentesco, che tutti gli aretini conoscono come la ‘casa del Petrarca’, sia proprio la sua casa natale è oggetto di discussione, anche se, nonostante i numerosi interventi subiti dall’edificio nel corso dei secoli, nelle sale terrene affiorano i resti di una casa signorile del XIII secolo, che alcuni studiosi individuano come la dimora appunto del poeta.
L’edificio, che fu proprietà dei Lanciai, dei Serzagli e dei Mannini, fu poi destinato ad accogliere gli uffici della Questura di Arezzo.
Dopo il trasferimento della Questura ad altra sede, ‘la casa del Petrarca’ fu oggetto di un restauro, diretto da G. Castellucci, intorno agli anni ’30, in occasione del quale furono ripristinati elementi architettonici significativi, come la loggia e il portico, che restituiscono alla casa signorile la struttura cinquecentesca.
Attualmente è prestigiosa sede dell’Accademia Petrarca di Lettere Arti e Scienze, la quale possiede una biblioteca che, partendo dall’acquisizione di parte della ‘Libreria Redi’ appartenuta a Francesco Redi, si è man mano arricchita grazie alle donazioni di eminenti studiosi aretini, fino a raggiungere la consistenza di 15.000 opere, tra le quali preziosi manoscritti, pergamene, incunaboli, edizioni dal 1500 ai giorni nostri, una ricca emeroteca e la raccolta delle pubblicazioni della stessa Accademia.
L’Accademia ha inoltre recentemente acquisito una interessante collezione numismatica che consta di circa 500 monete; rilevante anche la quadreria: all’interno dell’edificio sono esposti 10 quadri, in parte proprietà dell’Accademia ed in parte delle Gallerie Fiorentine e del Museo d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo.
Segnaliamo la ‘cena di Emmaus’, replica seicentesca di un’opera del Guercino, e due quadri di Salvi Castellucci, artista aretino allievo di Pietro da Cortona, raffiguranti ‘Angeli con strumenti della passione’.