Ma che bello, oh! Anche stavolta il popolo del panino unto e della lattina volante ha colpito.
Il Bosco Inglese, quel posticino tranquillo dove qualcuno aveva pure avuto la santa idea di mettere tavoli e barbecue per far star bene tutti… ora sembra il dopo-sagra del degrado.
Bicchieri e cestini rovesciati, sporcizia a livelli olimpionici.
E come ciliegina sulla torta, la struttura del barbecue è stata sfasciata, come se si trattasse di un atto eroico. Complimenti, davvero: un applauso al senso civico di questi campioni del menefreghismo.
C’è chi dona un’area verde (donata con generosità dal gruppo Crazy Town) per far godere la gente, e chi ci torna solo per lasciare un campo di rovine.
Pare che la missione sia chiara: distruggere tutto quello che funziona, che “tanto paga il Comune”.
E così, nel cuore del bosco, invece del profumo delle grigliate, ora c’è puzza di plastica bruciata e di vergogna collettiva.
Perché, diciamocelo: qui non manca la vigilanza, manca la testa.
Se il Bosco Inglese avesse una voce, probabilmente griderebbe:
“Rimettetemi il filo spinato, almeno i maiali stanno fuori!”
Ma no, niente, qui si continua a fare finta di nulla.
Intanto i soliti pochi deficienti con il cervello spento vincono ancora.
E noi perdiamo un altro pezzo di decoro, a causa della solita manica di maleducati rovina tutto, quattro bifolchi senza rispetto che hanno trasformato il giardino in un letamaio a cielo aperto.
Ma la verità è semplice: non servono più regole o telecamere, serve educazione.
Serve imparare che il mondo non è la propria discarica privata.
Il solito schifo all’italiana, dove la maleducazione vince sul buon senso.









