PUZZA DI MERDA IN VIGNA: NON ERA CONCIME, MA IL GENIO DEL MALE CHE HA LASCIATO UN CADAVERE NEL SACCO DELL’IMMONDIZIA
Ad Arezzo, proprio sul sentiero che porta alla torre di Gnicche – frequentato ogni giorno da podisti, ciclisti, canari e vecchiette col bastone – qualcuno ha pensato bene di piantare un regalo da incubo: un cadavere dentro un sacco nero dell’immondizia, buttato a lato di una vigna come fosse un sacchetto di bucce di patata.
Dall’odore, già a dieci metri ti si arricciavano i peli del naso. Un cane senza guinzaglio ci si è infilato, e il suo padrone ha fatto la macabra scoperta: dentro c’era un animale in decomposizione. Forse un cane. Forse un maiale. Boh. Neanche la Municipale s’è sbilanciata troppo: “Pare un cane… o forse la testa di un suino…”.
Comunque sia: il problema non è se fosse Fido o Porchetta, ma che razza di testa di cazzo pensi di fare un gesto simile.
Perché, sia chiaro: chiunque tu sia, genio del crimine, invece di smaltire l’animale come si deve (ci sono servizi, regole, procedure) hai deciso di trasformare un posto pubblico in una discarica horror.
Complimenti, sei riuscito a fare schifo a tutti.
Ora la Municipale indaga per beccare il responsabile. E noi ci auguriamo che lo trovino. Non per fargli la multa: per costringerlo a infilarsi lui stesso in un sacco nero puzzolente e lasciarlo una settimana in mezzo ai rovi, così magari capisce la differenza tra civiltà e fare il porco (in tutti i sensi).







