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sabato, Luglio 12, 2025
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Sole, calore e temperatura corporea

Come il caldo influisce sul nostro corpo e come difendersi

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 Quando fa troppo caldo

Durante le giornate con temperature ambientali superiori ai 38°C, il corpo umano può andare incontro a profondi disagi fisici e psichici.
Il nostro organismo mantiene una temperatura interna costante di circa 36°C. Tuttavia, quando l’aria esterna raggiunge o supera i 38-40°C, diventa difficile disperdere il calore verso l’ambiente. Questo porta a un aumento della temperatura interna che, nei casi estremi, può arrivare fino a 42°C, provocando il cosiddetto colpo di calore, potenzialmente letale.

Sudore: il nostro sistema di raffreddamento

Il corpo reagisce all’aumento della temperatura interna producendo sudore, un meccanismo di difesa naturale.
Essendo animali omeotermici, dobbiamo mantenere la stessa temperatura corporea indipendentemente dalle condizioni esterne.

Cos’è il sudore?
Il sudore è un liquido secreto dalle ghiandole sudoripare, composto principalmente da acqua e sali minerali. Serve ad abbassare la temperatura corporea attraverso l’evaporazione.
Senza sudorazione, la temperatura interna potrebbe superare i 42°C, con rischio di perdita di coscienza e conseguenze gravi.

Chi è più sensibile al caldo

Alcune persone hanno una temperatura corporea naturalmente più bassa, intorno ai 34-35°C. Questo le rende più vulnerabili al caldo estremo, poiché il divario tra la temperatura corporea e quella ambientale è maggiore.
Il caldo può essere percepito da queste persone come una vera e propria aggressione fisica, generando anche una reazione emotiva intensa, come nervosismo o irritabilità.

Idratazione e alimentazione: alleati contro il caldo

In condizioni di caldo torrido, è fondamentale introdurre abbondanti liquidi, per evitare disidratazione e contribuire a raffreddare il corpo.

Consigli pratici:

  • Acqua: assumerla anche attraverso verdura e frutta, che apportano minerali persi con il sudore.

  • Estratti vegetali: composti per l’80% da verdure e per il 20% da frutta.

  • Calcolo del fabbisogno idrico:
    35 ml x kg di peso corporeo = litri di acqua giornalieri

  • Quale acqua scegliere: preferire acque con residuo fisso > 500 mg/l, più ricche di minerali.

Il ruolo degli adipociti nella produzione di calore

Nel corpo umano esistono due tipi principali di adipociti (cellule adipose):

  • Adipociti bianchi: immagazzinano trigliceridi.

  • Adipociti bruni: producono calore corporeo, essenziale per mantenere la temperatura a circa 36°C.

Queste cellule speciali utilizzano acidi grassi saturi per generare calore, un processo che non si misura in Calorie, ma in gradi centigradi.

 Dall’idrogeno solare al calore umano

Il Sole genera calore attraverso l’idrogeno.
Nel corpo umano, la combinazione tra ossigeno respirato e idrogeno derivato dagli acidi grassi produce temperatura corporea.

L’idrogeno che alimenta il calore del Sole è lo stesso elemento chimico che, nel nostro organismo, contribuisce alla produzione del calore corporeo. Una connessione affascinante tra macrocosmo e microcosmo.

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Dott. Pierluigi Rossi
Dott. Pierluigi Rossi
Laureato in Medicina Chirurgia è Specialista in Scienza della Alimentazione, Specialista in Igiene e Medicina Preventiva. E’ stato Primario presso la ASL di Arezzo, Servizio Sanitario della Toscana, per 22 anni, Direttore della U.O. Direzione Sanitaria della stessa ASL, dove ha creato e diretto Ambulatorio di Nutrizione Clinica. Docente dal 1995 al 2009 di Scienza della Alimentazione presso la Università degli Studi di Siena. Docente (a.c.) presso la Università degli Studi di Bologna. E’ autore di un considerevole numero di ricerche scientifiche pubblicate in riviste italiane ed internazionali. Autore di libri. Ha fondato la Scuola di Alimentazione Consapevole, dirige e insegna in Master e Corsi di Nutrizione Clinica a medici, biologi, farmacisti e personale sanitario in molte città italiane e all’estero. Ha elaborato il Metodo Molecolare (Dieta Molecolare) che supera il calcolo giornaliero delle Calorie, considerato un artefatto scientifico perché il corpo umano utilizza per il suo lavoro metabolico solo energia chimica (ATP) e non certo il calore.
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