Luglio rovente, vasca assente. Mentre in tutta Italia si cercano piscine per scappare dalla morsa del caldo, a Castiglioni si coltiva una rara eccellenza: l’arte del ritardo istituzionale elevato a patrimonio immateriale dell’umanità.
La piscina comunale, gioiello di cloro e speranze, è ancora chiusa. Sì, proprio quella. Quella dove intere generazioni hanno imparato a nuotare, flirtare e, diciamolo, a ingoiare litrate d’acqua non sempre potabile. Ma oggi nemmeno quello. Nemmeno un’onda, nemmeno una goccia. Silenzio tombale, e non solo nella vasca.
Il Comune aveva promesso un tuffo per la seconda quindicina di giugno. È arrivato luglio, e gli unici a tuffarsi sono i cittadini… nei dubbi.
Ma procediamo con ordine, o almeno proviamoci, visto che di ordine — a giudicare dai tempi amministrativi — ce n’è stato poco.
La concessione alla società sportiva scadeva nel 2031. Poi si è deciso di anticipare la fine al 2024. Perché? Boh. Forse perché qui si ama l’effetto sorpresa. Fine gestione: 31 ottobre. Tempo per agire? Sei mesi. Azione concreta? Un bando fatto in primavera, con calma, tra un caffè e una newsletter.
Il risultato? Un’estate senza piscina. Ma con tante domande. Domande civili, dice Rinascimento Castiglionese. Ma sotto sotto… domande che bruciano più del sole di mezzogiorno su un trampolino metallico.
Perché se ci sono 100.000 euro per far nevicare finta magia a Natale, possibile che non ci siano quattro spicci per tappare le perdite della piscina o svitare una piastrella? O magari per togliere la muffa dagli spogliatoi, che nel frattempo si sono candidati come location per il prossimo Jurassic Park?
E ancora: il progetto di ristrutturazione è pronto dal 2021. Tre anni e nemmeno un bullone. In compenso sono arrivati 500.000 euro per un campo da calcio in sintetico — ottimo per giocare a pallone mentre si annega nel sudore — e altrettanti per giardini pubblici, probabilmente per leggere romanzi distopici sul futuro della piscina.
Intanto, nessuno ha chiesto le relazioni di gestione previste dal contratto, nessuno ha vigilato sulla manutenzione straordinaria, nessuno ha chiesto scusa. In fondo, cos’è una piscina chiusa a luglio? Un’anomalia? No, solo l’ennesima tradizione locale. Come il panforte a Natale o il bando a primavera.
E ora, ci dicono, si riapre “entro due settimane”. Ma in che condizioni? Sorpresa! Sarà tutto pronto… forse. Magari. Chissà.
In compenso, il Comune ha vinto il campionato mondiale di apnea amministrativa. E per chi avesse nostalgia della piscina, ci sono sempre le foto sui social. Oppure si può immaginare: chiudere gli occhi, accendere il ventilatore, spruzzarsi addosso acqua con un nebulizzatore e farsi illusioni, come quando si crede alle promesse elettorali.
Perché, a Castiglioni, più che un impianto sportivo, la piscina è diventata una metafora perfetta dell’azione pubblica: promette, galleggia, poi affonda.