«Mirabolanti investimenti del Comune di Arezzo sull’edilizia residenziale pubblica». Così si sono espressi di recente alcuni esponenti dell’amministrazione e il presidente di Arezzo Casa. Di coraggio ne hanno da vendere — o forse sarebbe più corretto parlare di impudenza. L’assessora Monica Manneschi rivendica ulteriori 600 mila euro stanziati dal Comune, da sommare ai 4 milioni annunciati a partire dal 2020.
Peccato che, il 6 maggio scorso, un nuovo pesante allagamento abbia colpito un appartamento popolare in via Concino Concini: è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco per mettere in salvo un’anziana signora, dopo l’esasperato appello social del figlio. Lo stesso scenario di incuria si ripete in via Funghini, via Benvenuti, via XXV Aprile, piazza Andromeda e nel quartiere di Tortaia: interni saturi di muffa per le continue infiltrazioni d’acqua dai lastrici solari, impianti malconci, facciate sgretolate, infissi che lasciano passare spifferi d’ogni stagione.
Se Manneschi e Roggi decidessero di tornare sulla Terra — viene da dire — potrebbero verificare di persona se i fondi sbandierati si siano mai tradotti in interventi reali. Nel frattempo, l’occasione del Superbonus 110 % è sfumata: Comune e Arezzo Casa hanno pubblicato il bando con colpevole ritardo, impedendo di fatto ai residenti di cogliere un’opportunità che avrebbe potuto riqualificare l’intero patrimonio abitativo.
Risultato? Tante parole e poca manutenzione, mentre gli abitanti delle case popolari sono costretti a confidare nel meteo: che non piova troppo, che il vento non soffi forte, che il caldo o il freddo non diventino insopportabili. E, soprattutto, sperano che il tempo — quello che scorre — li conduca al più presto alla primavera 2026, quando l’attuale coppia al comando potrà finalmente essere congedata.


