La Borsa Merci di Arezzo ha ospitato la Giornata dell’Economia 2025, organizzata dalla Camera di Commercio Arezzo‑Siena con la collaborazione della Banca d’Italia. I tecnici dell’istituto centrale e i vertici camerali hanno presentato un quadro a luci e ombre.
Scenario globale – Secondo le previsioni Prometeia illustrate dal presidente camerale Massimo Guasconi, le tensioni protezionistiche USA e la dipendenza cinese dall’export mantengono alta l’incertezza. In Europa gli investimenti in infrastrutture e difesa sosterranno la crescita, ma i dazi restano un rischio.
Toscana e provincia di Arezzo – Il valore aggiunto aretino supererà 11 miliardi di euro a fine 2024 (+0,8%) e dovrebbe salire dello 0,6 % nel 2025. L’industria (30,5% del VA) guida l’espansione (+2,5% nel 2024, +1,6% previsto), mentre l’agricoltura è vista in calo (-3,6%). Le costruzioni, dopo il traino dei bonus, invertiranno rotta (-1,5% nel 2025). I servizi torneranno in positivo (+0,5%).
Export – Nel primo trimestre 2025 le esportazioni totali sono balzate dell’11,9% a 3,94 miliardi. I metalli preziosi hanno quasi raddoppiato i ricavi (+98%), superando per la prima volta l’import dalla Svizzera. Al contrario la gioielleria, che vale ancora il 43,4% dell’export nazionale di settore, cede il 22,8% penalizzata dal crollo della domanda turca (‑41,2%). Moda (-1,4%) e meccanica mostrano flessioni contenute, mentre alimentare e chimica tengono.
Occupazione e redditi – Gli occupati crescono del 2,6% nel 2024 e si stabilizzano nel 2025; le unità di lavoro calano dell’1,6% per la minore durata media dei contratti. Il reddito disponibile delle famiglie sale del 2,8% nel 2024 e del 2,7% nel 2025, sostenendo i consumi (+1,7% e +2,6%). La cassa integrazione sfiora il milione di ore nel trimestre, con picchi in abbigliamento e pelletteria.
Demografia d’impresa – Tra gennaio e marzo 2025 il saldo tra aperture e chiusure è stato di ‑123 imprese, confermando la cautela imprenditoriale in un contesto globale volatile.
Gli operatori locali guardano dunque al 2025 con prudenza: crescita lieve, export trainato dall’oro e interrogativi su dazi, tassi e tensioni geopolitiche.