PESCARA – AREZZO
E che partita, signore e signori! Un incontro che rimarrà negli annali… dell’immaginazione. L’epica sfida tra Pescara e Arezzo, che non si è giocata, ha comunque regalato emozioni forti, degne di un romanzo calcistico mai scritto.
Le aperture di Guccione sono state poesia pura, talmente perfette che non hanno avuto bisogno di un campo per essere ammirate. Tavarnelli, inarrestabile nei suoi scatti, ha bruciato difensori inesistenti con una velocità che solo chi non c’era poteva apprezzare. Ravasio, con un movimento da manuale, ha aperto voragini in una difesa avversaria che, non essendoci, non ha potuto opporre resistenza. L’assist di Camillo per il tiro di Pattarello è stato un’opera d’arte moderna: invisibile ma concettualmente sublime. Peccato per il gol mai arrivato, ma che importa? Il bello è stato immaginarlo.
A centrocampo, Damiani ha fatto muro con una solidità degna del miglior nulla cosmico, mentre Renzi ha percorso chilometri e chilometri su una fascia che, tecnicamente, non è mai esistita. Dietro, Lazzerini, Gilli, Chiosa e Coccia hanno dato sicurezza, forse perché nessuno ha mai provato a impensierirli. Trombini, dal canto suo, è stato monumentale: nessun tiro, nessuna parata, nessun pericolo. Insomma, una prestazione perfetta.
E ora le pagelle, perché ogni grande partita merita i suoi voti:
-
Guccione: 6, per le aperture che nessuno ha visto, ma che tutti abbiamo sentito nel cuore.
-
Tavarnelli: 6, perché ha corso, almeno nella nostra immaginazione.
-
Ravasio: 6, per i movimenti spettacolari in un campo che era solo un’idea.
-
Pattarello: 6, perché il suo tiro è stato talmente bello da non aver bisogno di esistere.
-
Damiani e Renzi: 6, per aver dominato un centrocampo astratto.
-
Difesa e Trombini: 6, per aver resistito egregiamente all’inesistente.
-
La trasferta: 10, perché il pranzo non era a base di avanzi!
E così, mentre torniamo felici e contenti, ci portiamo a casa il ricordo di una partita mai vista, ma che, in fondo, non dimenticheremo mai.