Anche il coordinamento provinciale di Arezzo di Democrazia Sovrana Popolare (DSP) esprime la propria netta opposizione alla proposta di Legge Regionale 291, già contestata a livello toscano. La normativa, al centro di un incontro svoltosi il 3 febbraio presso il Palazzo della Provincia di Arezzo, mira a individuare le aree idonee all’installazione di impianti eolici e agro-fotovoltaici in vista della transizione energetica entro il 2030.
All’evento, promosso dal presidente della Provincia Alessandro Polcri, hanno partecipato l’assessore regionale alla Transizione ecologica Monia Monni, tecnici della Direzione regionale competente, il direttore di Upi Toscana Ruben Cheli, oltre a sindaci e rappresentanti delle Unioni dei comuni.
DSP Arezzo considera questa proposta di legge una minaccia all’integrità paesaggistica e territoriale, nonché all’economia locale. Secondo il coordinamento, esperienze analoghe in altre regioni hanno dimostrato come queste politiche favoriscano un’occupazione del territorio invasiva e poco rispettosa della volontà popolare. Sotto l’etichetta di “transizione energetica”, DSP denuncia il rischio di un impatto irreversibile sul territorio, compromettendo identità e valori locali.
In particolare, il coordinamento critica l’apparente equilibrio tra tutela del paesaggio e sviluppo energetico sostenibile auspicato dal presidente Polcri, ritenendolo inconciliabile con un modello economico di matrice privatistica. Secondo DSP, la creazione di aree “idonee” per impianti rinnovabili condurrebbe al loro declassamento a siti industriali, favorendo speculazioni da parte delle multinazionali della Green Economy.
Come già affermato a livello regionale, anche DSP Arezzo ribadisce che nell’intero territorio provinciale non vi siano aree adatte a un processo di trasformazione che comporti danni ambientali e devastazione del paesaggio.