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Il legame con la natura: ritrovare se stessi tra boschi e alberi

Un viaggio interiore attraverso la natura, dove il contatto con alberi e boschi diventa una fonte di pace e introspezione, svelando un legame profondo tra uomo e ambiente

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Ci sono momenti nella vita in cui le parole sembrano perdere di significato, le emozioni diventano pesanti e ci si sente sopraffatti dalle difficoltà quotidiane. In quei momenti, il contatto con la natura può diventare una via per ritrovare sé stessi, per riscoprire un equilibrio interiore che sembrava perduto. Per molte persone, una semplice camminata in un bosco, il suono del vento tra le foglie o la vista di un ruscello che scorre sono piccoli miracoli capaci di riportare la pace nel cuore.

Il legame con la natura è spesso un ritorno alle radici, a quel luogo dove ci si sente parte di qualcosa di più grande, ma anche di più semplice. Ci sono persone particolarmente sensibili che trovano una connessione profonda con gli alberi, che abbracciano i tronchi secolari (come, a volte, faccio io quando sono scevri da formiche 🙂 ) per sentirne la forza, che parlano alle piante come se fossero vecchie amiche (idem! :))Per alcuni, può sembrare un gesto strano, magari una follia, ma c’è un’energia sottile e misteriosa che scorre attraverso le radici, le foglie, i rami, e chi la percepisce sa quanto possa essere rigenerante.

La scienza stessa, negli ultimi anni, ha cominciato a confermare che le piante non sono semplici organismi inanimati. Studi dimostrano che le piante comunicano tra loro, inviano segnali chimici attraverso le radici e reagiscono alle condizioni ambientali in modi complessi. Esistono piante che prosperano vicino ad altre e che, al contrario, sembrano soffrire accanto a compagne poco gradite. Antichi proverbi raccontano questa realtà, come quello che dice “salvia e rosmarino, ma nello stesso tino”, a indicare la complicità tra alcune specie. Ma ci sono anche piante come il noce, che, attraverso una sostanza chiamata juglone, rende difficile la vita ad altre piante sotto la sua chioma. Questo fenomeno, quasi magico, era ben conosciuto dalle popolazioni antiche, tanto che sotto i noci si tenevano spesso i “sabba delle streghe”.

Chi vive questo legame profondo con la natura sa quanto sia importante avere la libertà di perdersi in un bosco, di camminare tra i sentieri, di fermarsi ad ascoltare il canto degli uccelli o il fruscio delle foglie. La natura ci accoglie senza chiedere nulla in cambio, ci lascia il tempo di riflettere e di respirare, ci offre uno spazio dove poter essere semplicemente noi stessi. È come se, in mezzo agli alberi, il ritmo della vita tornasse a essere più lento, più naturale, permettendoci di riscoprire una dimensione dimenticata.

E non c’è bisogno di trovarsi in crisi per godere di questo legame: anche nei momenti di serenità, una passeggiata tra le piante può essere un modo per nutrire la propria anima, per ricaricare le energie. Che si tratti di raccogliere funghi, more o mirtilli, di osservare un ruscello o uno scoiattolo, oppure semplicemente di sedersi su una roccia e ascoltare il silenzio, il contatto con la terra ci ricorda che siamo parte di un ciclo più grande, fatto di stagioni che si susseguono, di nascita, crescita e riposo.

Ritrovare sé stessi nella natura non è solo un modo di affrontare le difficoltà della vita, ma anche di celebrare la bellezza che ci circonda. È un invito a lasciare andare le preoccupazioni per un attimo e a ritrovare quella parte di noi che si sente a casa tra i profumi del bosco, la luce filtrata tra i rami o sotto il cielo aperto. Ed è in questo abbraccio silenzioso, fatto di radici che si intrecciano e di foglie che danzano al vento che possiamo assaporare la magia di ritrovare un po’ della nostra essenza”. * S.S.C. *

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Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari, nata a Milano nel 1955, si trasferisce a Melzo nel 1990. Membro del “GAM” dal 1997, partecipa a mostre locali esplorando diverse tecniche artistiche: ritratti a matita, dipinti a olio, sculture in argilla e quadri in resina. Ha fondato una galleria d’arte e una scuola di cake design. Il quotidiano Il Giorno ha descritto via Napoli 37 come “la Montmartre di Melzo”. Attualmente, si dedica principalmente alla scrittura.

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