L’equipe del dr. Giorgio Ventoruzzo all’avanguardia nel trattamento degli aneurismi aortici toraco-addominali all’Ospedale San Donato di Arezzo. Una tecnica innovativa e mininvasiva posiziona il centro ai vertici della chirurgia vascolare italiana e internazionale.
Venerdì scorso, un paziente di 71 anni affetto da un aneurisma toraco-addominale è stato sottoposto a un intervento di esclusione endovascolare presso l’Ospedale San Donato di Arezzo. L’operazione, eseguita dall’equipe del dr. Giorgio Ventoruzzo, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Vascolare, ha impiegato una tecnica mininvasiva per via percutanea, senza ricorrere a incisioni chirurgiche tradizionali.
In soli due giorni, il paziente è tornato a casa.
«Gli aneurismi aortici sono dilatazioni pericolose dell’arteria principale del nostro organismo, che attraversa torace e addome.
Se non trattati, possono portare alla rottura dell’aorta, con conseguenze fatali», ha spiegato il dr. Ventoruzzo.
Nella maggior parte dei casi, questi aneurismi colpiscono l’aorta addominale e possono essere trattati con tecniche chirurgiche endovascolari consolidate.
Tuttavia, in alcuni casi, come quello trattato, l’aneurisma si estende anche alle arterie renali, viscerali e all’aorta toracica, rendendo l’intervento più complesso.
Fino a pochi anni fa, tali interventi venivano eseguiti solo in pochi centri di eccellenza con tecniche chirurgiche open tradizionali.
Oggi, grazie a endoprotesi di nuova generazione su misura, è possibile trattare questi aneurismi con ramificazioni collegate ai vasi tramite stent coperti, in modo mininvasivo. «L’intervento dura in media 3-4 ore e, se eseguito con successo, permette al paziente di riprendere le normali attività quotidiane nel giro di pochi giorni», ha aggiunto Ventoruzzo.
Il dr. Ventoruzzo ha inoltre evidenziato come l’Ospedale San Donato si stia affermando sempre più come centro di eccellenza per la chirurgia endovascolare aortica complessa, grazie anche all’uso di apparecchiature angiografiche mobili in sala operatoria.
«L’arrivo di una sala operatoria ibrida di ultima generazione nel nuovo blocco in costruzione offrirà un ulteriore salto di qualità, aumentando le possibilità terapeutiche e migliorando la sicurezza delle cure», ha concluso il dr. Ventoruzzo.