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venerdì, Marzo 29, 2024
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Fegato Glicemia Insulina Trigliceridi

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Ogni volta che mangiamo il nostro sangue cambia la sua composizione in rapporto agli alimenti ingeriti.
E poiché si tende ad introdurre un eccesso giornaliero di carboidrati (pasta, pane, pizza, dolci, prodotti da forno…), la glicemia dopo i pasti sale e si ha il picco glicemico, cioè il livello più altro della glicemia, che stimola il pancreas a secernere l’insulina, che trasferisce il glucosio dal sangue dentro il fegato.
La glicemia diminuisce nel sangue ma aumenta la dose del glucosio all’interno degli epatociti (cellule del fegato).
Una parte del glucosio si trasforma, sotto il controllo dell’insulina, in glicogeno ed una altra parte si trasforma in acidi grassi saturi (acido palmitico).
L’insulina fino a quando resta nel sangue compie questo lavoro.
Cioè trasforma in parte i carboidrati alimentari ingeriti in acidi grassi.

Questo processo biochimico si chiama LIPOGENESI: formazione di grassi (trigliceridi).

Più insulina abbiamo, più si formano trigliceridi nel fegato. Più insulina si forma dopo cena e più aumenta colesterolo nel sangue.
L’eccesso di grasso nel fegato causa un ritardo nella eliminazione dell’insulina (clearance epatica dell’insulina), che resta più a lungo nel sangue, generando uno stato di insulino rersistenza.

Gran parte delle persone in sovrappeso ed obese possiedono questo scenario all’interno del loro organismo.
Se non si modifica questo scenario biochimico ed ormonale non si può dimagrire e non si può prevenire il diabete mellito tipo 2.
Si dimagrisce solo se teniamo bassa la glicemia e l’insulina dopo ogni pasto.
Si può avere uno stato di insulino resistenza, cioè avere l’insulina nel sangue, ma non esercita la sua azione.
In questa condizione la glicemia aumenta nel sangue fino ad arrivare al diabete mellito tipo 2. Con uno stato di insulino resistenza aumenta accumulo di massa grassa, e’ molto difficile dimagrire.
Consiglio di conoscere il proprio metabolismo glucidico per stare in salute e non cadere nel diabete mellito tipo 2 di eseguire queste analisi: glicemia, insulina, emoglobina glicata, applicare indice H.O.M.A. (Homeostasis Model Assessment):
(glicemia a digiuno X insulinemia a digiuno) /405. Un valore sopra a 3 siamo in stato di insulino resistenza.
Da evitare oppure da eliminare, con una gestione attenta della propria alimentazione: non superare la dose di 50 g di carboidrati in ogni pasto.
Ogni alimento di origine vegetale ha la sua dose di carboidrati: 100 g di pane contengono 50 g di carboidrati.
100 g pasta 78 g carboidrati, 100 g cereali e legumi 50/ 60 g carboidrati, 100 g patate 20 g carboidrati, 100 g frutta 10-12 g carboidrati .
Consiglio di iniziare il pasto con un piatto di verdura cruda finemente tritata e di concludere il pasto con un piatto di verdura cotta.

La salute sta nel piatto quotidiano.

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Dott. Pierluigi Rossi
Dott. Pierluigi Rossi
Laureato in Medicina Chirurgia è Specialista in Scienza della Alimentazione, Specialista in Igiene e Medicina Preventiva. E’ stato Primario presso la ASL di Arezzo, Servizio Sanitario della Toscana, per 22 anni, Direttore della U.O. Direzione Sanitaria della stessa ASL, dove ha creato e diretto Ambulatorio di Nutrizione Clinica. Docente dal 1995 al 2009 di Scienza della Alimentazione presso la Università degli Studi di Siena. Docente (a.c.) presso la Università degli Studi di Bologna. E’ autore di un considerevole numero di ricerche scientifiche pubblicate in riviste italiane ed internazionali. Autore di libri. Ha fondato la Scuola di Alimentazione Consapevole, dirige e insegna in Master e Corsi di Nutrizione Clinica a medici, biologi, farmacisti e personale sanitario in molte città italiane e all’estero. Ha elaborato il Metodo Molecolare (Dieta Molecolare) che supera il calcolo giornaliero delle Calorie, considerato un artefatto scientifico perché il corpo umano utilizza per il suo lavoro metabolico solo energia chimica (ATP) e non certo il calore.

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