Due giorni fa Mery Cornacchini di “Arezzo nel Cuore” – la lista civica, che avrebbe dovuto presentarsi all’elezioni comunali di Arezzo e che, invece, si è fusa per necessaria incorporazione con quella di Forza Italia – ha dato notizia su FB che un seggiolino auto per bimbi in buone condizioni, ritrovato davanti ad un cassonetto della nettezza urbana, le era servito per fare un’opera buona, avendolo donato ad una famiglia in difficoltà.
Ottimo !
Curiosamente ieri la stessa Mery Cornacchini, sempre su FB, pubblicizza, con relativa foto, la vendita al prezzo di 80 euro di un altro seggiolino da auto per bimbi, da lei definito in buonissime condizioni (la pubblicità è l’anima del commercio…), che sembra essere, per marca, colori e particolari, il gemello di quello lasciato al cassonetto e donato alla famiglia in difficoltà.
A questo punto sorge spontaneo un interrogativo: o l’ignoto benefattore (o benefattrice) era padre (o madre) di due gemelli e, pertanto, ha lasciato ai cassonetti, non uno, ma due seggiolini, oppure la donazione del seggiolino rinvenuto ai cassonetti, unita alla considerazione che Arezzo è l’unica Città ad avere un indice di natalità di segno positivo, ha fatto sì che balenasse nel cervello della sig.ra Cornacchini l’idea di un interessante business nella commercializzazione di articoli per bambini.
Naturalmente e rigorosamente Smart Working.
Domanda: A chi appartiene il rifiuto lasciato ai cassonetti?
Dai però l’averlo fotografato di lato (profilato colore grigio) nelle foto dove si pubblicizza l’opera pia di loro anime buone, e di fronte (frontale colore rosso) in quella dove si pubblicizza l’opera commerciale di loro anime imprenditoriali è puro genio…smart mind oltre che smart working!
E non mi si dica che non è vero che “la pubblicità è il commercio dell’anima” -buona eh in questo caso, non sia mai, già l’ho ribadito.