San Donato, Rossi: “da emergenza Covid spinta a potenziare ancor più la sanità”
“Il progetto di potenziamento del San Donato di Arezzo è precedente al Covid, ma l’emergenza ha prepotentemente confermato la scelta della Toscana di investire in sanità”.
A dirlo il presidente della Toscana Enrico Rossi ad Arezzo, in occasione della presentazione ad operatori e vertici delle professioni sanitarie del progetto del nuovo ospedale San Donato organizzata dal direttore generale della Asl sud -est Angelo D’Urso.Continua a leggere
“L’emergenza Covid – ha detto il presidente – ci ha convinto ancora di più dell’esigenza di potenziare la sanità, soprattutto attraverso posti letto per le cure intermedie, cioè per quel tipo di cure che si collocano dopo la dimissione dall’ospedale, nel caso in cui sia comunque necessaria un tipo di assistenza che è difficile avere a casa.
La creazione di questi
nuovi reparti, con circa 1.600 posti letto, sarà possibile con un modesto investimento regionale grazie al fatto che sono state sbloccate le assunzioni in sanità e
la Toscana ha potuto
assumere circa 1.600 infermieri e 4000 medici“.
La trasformazione, dopo 45 anni, del San Donato di Arezzo – pensata con l’obiettivo di rendere questo ospedale più moderno e modulabile – e la scelta di ammodernare e potenziare i presidi territoriali di Bibbiena, Sansepolcro e Cortona proseguono questo percorso di potenziamento della rete delle strutture sanitarie pubbliche.
Il progetto illustrato avrà un valore complessivo di circa 100 milioni di euro, 81 dei quali necessari per ridisegnare l’ospedale di San Donato.
Circa 20 milioni di euro saranno invece utilizzati per rinnovare e potenziare gli ospedali di Cortona, Bibbiena e Sansepolcro con posti letto per le cure intermedie.
Il nuovo San Donato oltre ad essere diviso tra aree Covid e no-Covid (il San Donato sarà, insieme a quello di Grosseto, uno dei due ospedali della Asl Toscana Sud Est attrezzati per accogliere pazienti Covid.
Al suo interno è quindi prevista un’area di degenza e gestione infettivologica/pneumologica e un’area di terapia intensiva dedicate ad accogliere pazienti Covid), vedrà un potenziamento dell’erogazione di procedure complesse e interdisciplinari.
La trasformazione dell’ospedale andrà verso una maggiore flessibilità.
Inoltre il ruolo centrale riservato alla formazione del personale sarà testimoniato dalla presenza di un Centro di simulazione e della Scuola di chirurgia robotica e telemedicina.
L’area no-Covid sarà invece divisa in tre piattaforme: ambulatoriale, operatoria e di degenza.
Variante di Camucia (Ar): presentate le offerte, giovedì via a lavori commissione per l’appalto
Sono 16 le ditte che hanno presentato offerte alla Regione per la realizzazione della variante alla Regionale 71 a Camucia (Ar), un intervento da 15,5 milioni di euro. A partire da giovedì, inizieranno i lavori della commissione che dovrà aggiudicare l’appalto per la realizzazione della variante, nel comune di Cortona. Continua a leggere
“Si tratta di un’opera – spiega l’assessore regionale alla viabilità ed infrastrutture, Vincenzo Ceccarelli – che migliorerà la percorribilità e la sicurezza stradale, un altro importante passaggio del miglioramento della SR 71 su cui abbiamo investito tante risorse in questi anni. Siamo soddisfatti della partecipazione alla gara.
Ora si tratterà scegliere l’offerta migliore per dare attuazione al progetto che prevede un nuovo tracciato stradale esterno ai centri abitati congestionati dal traffico di attraversamento.
Il nuovo tratto stradale inizierà a sud dell’abitato di Camucia fino allo svincolo con il raccordo autostradale Bettolle – Perugia”.
Il quadro economico complessivo dell’opera è pari a 15,5 milioni di euro.
In pratica, verrà realizzato un tracciato alternativo all’attuale Regionale 71 di oltre 6 chilometri di lunghezza tra lo svincolo di Castiglione del Lago e la località Vallone, interamente a valle della linea ferroviaria, tra le località Mucchia e lo svincolo di Petraia del raccordo Bettolle-Perugia.
“Un impegno che abbiamo mantenuto – ricorda Ceccarelli – per dare risposta alla cittadinanza, con l’obiettivo di limitare il traffico pesante all’interno centri abitati attualmente coinvolti”.
Asl Toscana Sud Est, “Ci chiamavano eroi, oggi non c’è un piano post Covid. Rischio caos per i pronto soccorso”
Cullurà (Nursind), “Ferie e straordinari accumulati già dallo scorso autunno, personale sotto organico e infermieri costretti a coprire le falle: atteggiamento irrispettoso da parte dell’Azienda”.
“Ferie e permessi accumulati già dallo scorso autunno, infermieri e operatori sociosanitari chiamati a coprire le falle di un organico carente da anni, mentre gli inserimenti derivanti da nuove assunzioni e mobilità vanno a rilento: l’Asl Toscana Sud Est dimostra un atteggiamento irrispettoso nei confronti del proprio personale, già provato da duri mesi di emergenza sanitaria”. Continua a leggere
E’ quanto denuncia Claudio Cullurà, responsabile territoriale per il Nursind, sindacato autonomo degli infermieri.
“Ci chiamavano eroi – dichiara – oggi non c’è un piano per gestire il post Covid.
I presidi sanitari rischiano di andare in tilt.
In particolare l’Ospedale San Donato di Arezzo e quello di Nottola in Valdichiana suscitano preoccupazione.
Già a settembre si registravano pesanti bilanci dal punto di vista di ferie e ore di straordinario non recuperato dal personale infermieristico, poi è scoppiata la pandemia, che ha messo in stand by qualunque richiesta da questo punto di vista.
Ma oggi è improponibile l’idea di affrontare il periodo estivo senza un piano per le sostituzioni”.
“Gli inserimenti derivanti dallo scorrimento della graduatoria, così come dalla mobilità tra aziende regionali procedono lentamente – aggiunge Cullurà – e non possono sopperire alla lacuna prodotta dal mancato rinnovo dei contratti interinali avvenuto alla fine di maggio, non appena la pandemia ha cominciato a rallentare”.
“Serve un piano per dare fiato ai professionisti che hanno combattuto la battaglia del Covid19, facendo recuperare loro ferie e permessi accumulati prima, durante e dopo l’emergenza sanitaria”.
“I pronto soccorso sono in estrema difficoltà – sottolinea il segretario Nursind – il personale in organico non riesce a gestire neanche l’ordinario: mantenere lo standard di qualità in queste condizioni è estremamente difficile.
I turni di lavoro sono diventati insostenibili e sono riprese le lunghe attese da parte degli utenti.
A questo si aggiunge una possibile chiusura della tenda pre-triage fuori dai presidi ospedalieri, che comporterebbe un’ulteriore riduzione dello schema di servizio.
Ad ulteriore beffa, ancora non vi è alcuna certezza che il bonus regionale possa venire erogato ai dipendenti nelle buste paga di luglio”.
“Non c’è un piano di sostituzioni, l’Azienda non ha previsto niente: un atteggiamento illogico, irrispettoso e poco serio.
A dimostrazione di ciò basti pensare che i piani dei turni vengono pubblicati il 29 o 30 del mese, perché i coordinatori non sanno come affrontare il mese successivo.
Un’azienda seria dovrebbe essere in grado di pianificare sul medio-lungo periodo: pretendiamo che l’Asl Toscana Sud Est dimostri di essere all’altezza dei cittadini che ne fanno parte, come pazienti e come professionisti”.
Animali nei circhi: bene la solidarietà ma ora riprendiamo l’impegno per i loro diritti
Dichiarazione della consigliera comunale Claudia Maurizi e di Alessandro Caneschi, consigliere e Segretario comunale Pd.
Una frase ormai classica del post Covid: “nulla sarà come prima”.
Vorremmo fosse vera anche per i circhi che hanno animali selvatici. Continua a leggere
Durante il lock down molti aretini hanno giustamente sostenuto l’alimentazione di questi animali nel circo fermo ad Arezzo.
E di questo pensiamo che debbano essere ringraziati.
Gli animali non potevano e non dovevano essere vittime due volte.
Adesso, però ribadiamo che Arezzo deve essere una città dove gli animali selvatici vedono rispettata la loro natura.
Anche se ammansiti, rimangono animali selvatici e la loro natura non è certo quella di essere addestrata dagli uomini e costretti ad esibirsi in show che nulla hanno a che fare con la loro identità.
Risale al 2015 un atto d’indirizzo che impegnava la Giunta a predisporre un regolamento che impedisse la presenza sul territorio di circhi e mostre viaggianti con esemplari di animali selvatici.
Lo riproporremo, nel rispetto dei lavoratori dei circhi, della storia di questa forma di spettacolo, della necessità di una sua riconversione che veda rispettati gli animali. E lo faremo anche sulla scia della mozione presentata dalla vice Presidente Lucia De Robertis e approvata dal Consiglio regionale della Toscana.
Arezzo 2020: iniziamo il percorso per la ripubblicizzazione dell’acqua
È dal 2011, quando si sono tenuti i due referendum sull’acqua pubblica, che la volontà degli italiani non è rispettata e si è mantenuta la gestione privata del servizio idrico, spesso con risultati poco brillanti e a costi elevati per i cittadini, come ad Arezzo con la gestione di Nuove Acque.Continua a leggere
Forse, dopo 9 anni, qualcosa sta cambiando: apprendiamo dalla stampa che tutti i Comuni serviti da Publiacqua S.p.a. hanno deciso all’unanimità di disdettare i cosiddetti patti parasociali con il gestore privato per avviare un percorso di ripubblicizzazione del servizio idrico.
Si tratta di 45 Comuni delle provincie di Firenze, Prato e Pistoia e del Valdarno aretino.
I Comuni serviti da Nuove Acque hanno invece preferito ignorare l’esito referendario e hanno mantenuto ferma la gestione privata del servizio idrico tanto che, nel Gennaio 2018, sei anni prima della scadenza naturale del contratto, decisero a larga maggioranza di allungare di ulteriori tre anni la gestione di Nuove Acque prorogandola al 2027.
Tra i contrari ci fu il Comune di Arezzo, con Ghinelli che annunciò pubblicamente ricorsi contro questa scelta da lui definita “improvvida” e “fragile sotto il punto di vista giuridico”. Poi, dopo le sparate sui giornali, ci deve aver ripensato, perché nessun ricorso è stato mai presentato.
Arezzo 2020 per cambiare a sinistra sta dalla parte della ripubblicizzazione del servizio idrico, per una gestione pubblica e partecipativa dell’acqua, consapevole che a questo risultato si può arrivare non con slogan, ma con un’attenta e paziente azione politica della quale il Comune di Arezzo, in netta discontinuità col passato, dovrà farsi promotore e capofila nei confronti degli altri 31 Comuni della provincia di Arezzo e 5 della provincia di Siena.
Per Arezzo 2020 il processo di ripubblicizzazione dell’acqua, che necessariamente deve coinvolgere i cittadini, le organizzazioni dei consumatori e dei lavoratori e i locali comitati, non può sfociare nella costituzione di un’unica multiutility regionale, ma nella costituzione di un’azienda pubblica con un ambito territoriale come quello oggi servito da Nuove Acque e senza scopo di lucro, cioè dove le entrate che deriveranno dall’erogazione del servizio idrico saranno interamente reinvestite per il miglioramento e l’estensione dell’acquedotto, dei servizi fognari e degli impianti di depurazione.