Dopo aver scoperto che Alessandro Ghinelli ha forzato la mano all’assessore Merelli inducendolo a telefonare al presidente del collegio sindacale di Coingas il quale non digeriva l’incarico da assegnare allo studio legale fiorentino (noto alle cronache per i suoi legami con Gelli prima e Verdini e MPS poi), i casi sono due.
O il compenso per il legale era congruo rispetto all’incarico assegnato (e in molti, a cominciare dal presidente del collegio sindacale per finire con la DIGOS, non sembrano pensarla così) oppure la forzatura serviva a foraggiare (chissà perché) quello studio con soldi pubblici di 27 comuni del territorio aretino (i soci della Coingas).
Nel primo caso il Sindaco di Arezzo avrebbe “soltanto” utilizzato metodi inusuali e oltre il confine della regola agendo come un boss (si assegna un incarico di quella portata senza chiedere altri preventivi e senza passare da un’assemblea e un consiglio?).
Le parole di Ghinelli sono forti, molto forti (più o meno e in sintesi: lo abbiamo messo lì e deve accettare che gli asini volano…)
Nel secondo caso saremmo di fronte a un fatto gravissimo che assegnerebbe al sindaco un ruolo centrale, centralissimo, nell’affaraccio del finto incarico (o giù di lì).
Secondo chi scrive la poltrona del primo cittadino è comunque traballante, così come la sua candidatura per un altro mandato.
Nel secondo caso, addirittura, come direbbe Grillo, la giunta Ghinelli sarebbe già morta…
Avrete notato che non ho preso in considerazione l’incarico assegnato al commercialista Cocci; non l’ho fatto perché nella fattispecie sembra trattarsi di questione del tutto secondaria rispetto all’altra.