Patuelli (Abi) chiede le dimissioni della commissaria che ne vietò l’utilizzo
Ieri martedì 19 marzo il Tribunale dell’Unione Europea ha accolto il ricorso dell’Italia e della Popolare di Bari (sostenuto dalla Banca d’Italia) contro la bocciatura nel 2015 da parte del Commissario alla Concorrenza, Margreth Vestager, del salvataggio della Cassa di Risparmio di Teramo con i soldi del Fondo interbancario depositi e prestiti.
Ne dà notizia il quotidiano on line Corriere.it in un lungo articolo corredato da numerose interviste, tra le quali quella del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, che chiede le dimissioni di Margreth Vestanger.
“Con le sue decisioni – dice Patuelli – ha aggravato la crisi bancaria in Italia”.
La stessa commissaria nello stesso mese di novembre del 2015, aveva dichiarato illegittimo l’intervento del Fondo interbancario per il salvataggio di BancaEtruria, BancaMarche, Carichieti e Cariferrara, messe subito dopo in risoluzione il 22 novembre con il decreto firmato da Renzi e Padoan e infine cedute per un euro a Ubibanca e Bper. “Come su Tercas – commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni – a quelle quattro banche nel novembre del 2015 è stata imposta, improvvisamente, la procedura di bail in, con danni enormi sui risparmiatori, sui lavoratori e sulla fiducia di tutti i clienti.
A questo punto è corretto pretendere dalla Commissione europea rimborsi per chiunque abbia subito danni dalla risoluzione”.
La risoluzione del 22 novembre 2015 di BancaEtruria , con l’azzeramento delle obbligazioni, la cancellazione delle azioni possedute da 65mila soci, e la sola tutela dei correntisti, equivaleva in realtà al bail che avrebbe dovuto entrare in vigore a gennaio del 2016 e che in realtà non è mai stato applicato a nessuna banca europea.
Insomma quattro banche fallite per eseguire le disposizioni della Commissaria europea Vestanger ritenute, dopo la sentenza di ieri, illegittime da parte del tribunale dell’Unione Europea.
La Popolare di Bari in una nota afferma che “valuterà determinazioni su eventuali azioni di rivalsa nei confronti della Comunità Europea”.
Così come il segretario generale della Fabi ritiene che sia giusto pretendere rimborsi per chiunque, quindi anche gli azionisti, abbia subito danni dalla risoluzione di Bancatruria.
Resta il danno irreparabile subito dal territorio: la cancellazione di una banca che per 130 anni è stata la protagonista dell’economia aretina, che proprio grazie a BancaEtruria, si è trasformata negli anni del boom economico, da agricola a perno dell’industria toscana.