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martedì, Aprile 2, 2024
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Di quali lupi dobbiamo avere paura?

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Allarme lupi di qua, allarme lupi di là; quattro pecore sgozzate qua e venti là.
I coltivatori si preoccupano e lanciano l’allarme un giorno sì e uno no, ma se si guarda la casistica generale gli attacchi da parte dei lupi sono pochi.
Dal momento che esistono, ci sono, i lupi devono mangiare e lo fanno come sanno.
Quando non si vedevano più in giro ci si lamentava del fatto che fossero in via di estinzione e che mancava un predatore che tenesse a bada il numero di ungulati in giro per i nostri boschi.

Ora che sono tornati (non in gran numero, per la verità) il pericolo sono loro.
Ma i lupi non fanno altro che il loro mestiere.
Non è che sono cattivi o buoni, sono solo lupi.
Gli agricoltori devono difendere i loro animali.
Certi recinti vanno raddoppiati e mantenuti in efficienza, non come quelli che si vedono in giro.
E qualche perdita è normale sopportarla, specialmente se poi viene risarcita dalla Regione.
Il lupo è uno degli anelli regolatori dell’affollamento animale sul territorio e deve svolgere il suo compito come natura comanda.

Di casi in cui siano stati attaccati e decimati interi greggi ne ricordo uno soltanto, nel grossetano, poco tempo fa; non esageriamo quindi con gli allarmi immotivati, buoni solo per esaltare la fobia e incitare all’odio.

Chi ammazza un lupo è il vero lupo cattivo.

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Pietro Aretino
Pietro Aretino
« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco, che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo, scusandosi col dir: "Non lo conosco"! » (Ironica epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio[1]) È conosciuto principalmente per alcuni suoi scritti dal contenuto considerato quanto mai licenzioso (almeno per l'epoca), fra cui i conosciutissimi Sonetti lussuriosi. Scrisse anche i Dubbi amorosi e opere di contenuto religioso, tese a farlo apprezzare nell'ambiente cardinalizio che a lungo frequentò.

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