L’Istat ha reso noti oggi i dati territoriali dell’inflazione di settembre, in base ai quali l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica delle città più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita.
Ah, l’Italia dei salassi! Siena con i suoi +784 euro all’anno sembra dire: “Portate oro o niente pane!”, Bolzano ti fa il verso con 730 euro e Belluno? Roba da horror supermercato! Ma poi c’è Arezzo, al decimo posto, la città furba che non urla, non sbandiera, ma ti prende 541 euro con un sorriso beffardo.
Qui fare la spesa è un’arte: il latte ti guarda dall’alto, il pane ti fa l’occhiolino e l’olio d’oliva ti sfida a una gara di agilità… con il portafoglio che geme. Mica come gli altri comuni che ti spaventano con cifre da capogiro: Arezzo ti fa sudare il conto, ma ti regala stile e poesia.
E il bello è che, mentre a Siena e Bolzano la gente impara a fare conti da matematici, ad Arezzo si impara l’arte del sopravvivere con classe. Non basta risparmiare, bisogna fare strategia: amicizie con i negozianti, occhi vigili sulle offerte, e magari qualche trucco del Vasari per far sembrare la spesa un’opera d’arte.
In pratica, Arezzo ti insegna una cosa fondamentale: anche quando l’inflazione ti prende a schiaffi, puoi farlo sembrare elegante. Gli altri comuni urlano “Guardami, sono caro!”, Arezzo ti strizza l’occhio e ti dice: “Sì, spendo un po’, ma almeno lo faccio con stile”.
Insomma, mentre Siena e gli altri vanno di trionfi e salassi, Arezzo fa la furba, ti prende il portafoglio, ma ti fa ridere… e non è poco!






