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lunedì, Novembre 10, 2025
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Licenziata in mezz’ora perché incinta: il caso simbolo del precariato autostradale

Una lavoratrice in un’area di servizio autostradale perde il posto pochi minuti dopo aver comunicato la gravidanza. La Filcams Cgil impugna il licenziamento: “Un passo indietro nei diritti delle donne e del lavoro”

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Un contratto a termine rinnovato più volte, fino al colpo di scena finale: la revoca immediata della proroga appena l’azienda scopre che la dipendente è incinta. È accaduto in un punto di ristoro Sarni, lungo il tratto autostradale aretino.

La vicenda, denunciata dalla Filcams Cgil, è emblematica di quanto la precarietà continui a colpire soprattutto le donne.
«Una lavoratrice è stata licenziata in mezz’ora solo perché sta diventando madre – spiega Marco Pesci, segretario generale della Filcams Cgil –. È la dimostrazione che nel nostro Paese esiste ancora chi considera la maternità un problema e non un diritto».

La cronologia dei fatti è chiara: primo contratto di un mese, poi proroghe di tre e quattro mesi. Ma non appena la dipendente comunica all’azienda, via WhatsApp, il proprio stato di gravidanza – come previsto dalla normativa che impone la maternità anticipata nel settore della ristorazione autostradale – la risposta arriva immediata. In soli trenta minuti la società formalizza al Centro per l’Impiego l’annullamento della proroga contrattuale, che sarebbe dovuta durare fino a gennaio.

Risultato: la lavoratrice perde in un colpo solo l’impiego e il diritto alla maternità.
«Abbiamo impugnato il licenziamento – continua Pesci – e chiesto il reintegro. Ma questa non è solo una battaglia legale: è una questione di civiltà. Non possiamo accettare che una donna venga esclusa dal lavoro perché porta avanti una gravidanza. È un passo indietro enorme nei diritti e nella dignità di tutti i lavoratori».

Il sindacato chiama in causa anche Autostrade per l’Italia, che assegna le concessioni delle aree di servizio: «Serve un controllo serio sui soggetti affidatari. Le concessioni, di origine pubblica, dovrebbero garantire il pieno rispetto dei diritti di chi lavora ogni giorno per garantire un servizio essenziale all’utenza».

Una storia che riporta in primo piano il nodo del lavoro precario e delle tutele per la maternità, ancora troppo fragili in molti settori del nostro Paese.

1 commento

  1. E poi si dice che il calo demografico rischia di fare scomparire gli italiani! E poi Lollobrigida e Salvini tuonano contro il rischio di sostituzione etnica! E la razza italica li beneficia di un preoccupato consenso,.Pero’ se una lavoratrice va in maternita’ rischia il licenziamento. E siamo il Paese in Europa con la più bassa occupazione femminile.

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