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venerdì, Maggio 9, 2025
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Schiavi del solleone alla stazione

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La nuova stazione di Arezzo, brutta, asettica, impersonale, si confà perfettamente al concetto di Marc Augé  del “nonluogo”, in contrapposizione ai luoghi antropologici, quindi tutti quegli spazi che hanno la prerogativa di non essere identitari, relazionali e storici.

Fanno parte dei nonluoghi sia le strutture necessarie per la circolazione accelerata delle persone e dei beni (autostrade, svincoli e aeroporti), sia i mezzi di trasporto, i grandi centri commerciali, gli outlet, i campi profughi, le sale d’aspetto, gli ascensori, eccetera.

Spazi in cui milioni di individualità si incrociano senza entrare in relazione, sospinti o dal desiderio frenetico di consumare o di accelerare le operazioni quotidiane o come porta di accesso a un cambiamento (reale o simbolico).

Concetto perfettamente incarnato da questa zona, fortemente voluta dal prode Ghinelli & company, che molti aretini trovano orribile.
Ma più grave e più preoccupante è l’assenza di pensiline alle fermate del bus adiacenti la stazione.

Quindi, come si può ben immaginare, attendere la corriera, magari all’una del pomeriggio con 40 gradi estivi, per 10 o 20 minuti, a cuocersi la testa, è perfettamente previsto come normale dal Comune, che pare nel progetto originale non abbia previsto alcuna pensilina. Pazzesco.

Se sciaguratamente a qualche mamma con un piccolo neonato, a un pensionato, viene un insolazione, sviene, o ha un malore per il troppo caldo, per il Comune rientra nella norma, niente pensiline e pedalare !

Così come in inverno, con pioggia, neve o ghiaccio, il problema è il medesimo, tutti alla mercè delle intemperie.

Per fortuna su Facebook moltissimi aretini stanno protestando e accusando l’Amministrazione per questa cosa, la speranza è che si provveda al più presto a progettare delle pensiline per le fermate vicine alla (orribile) colata di cemento definita piazza della stazione.

Ma i soldi e le paparazzate dei politici, a tagliare i soliti nastri per la copia della Chimera si sono trovati no ?

Ebbene, gli stessi politici aretini che all’inaugurazione hanno ben visto con i loro occhi le fermate scoperte, sembrano fregarsene dei cittadini.

Ancora una volta, come sempre, diciamo: Ghinelli, Tanti e compagnia bella, lasciate le poltrone a qualcuno che sappia governare meglio di voi.

Leggi anche: La Stazione di Arezzo nuova: un binario morto

3 Commenti

  1. Non fosse per la presenza di architetture medievali e/o Otto/Novecentesche, in questa sfortunata città ci sono spazi che certi interventi contemporanei avrebbero reso completamente “non-lieu”: Piazza S. Agostino, Piazza Guido Monaco, Piazza San Francesco, Piazza San Domenico. Così, poiché “chi progetta spazi progetta comportamenti”, ecco che un altro qualificativo di Arezzo può essere: sciagurata.

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Il Burattino
Il Burattino
Giocatore incallito di verbi e parole, iconoclasta e irrispettoso, non si piega e non si spezza, specialmente quando il gioco si fa duro, egli comincia a giocare. Abituato a prendere botte si difende a colpi di mazza, poliglotta e multietnico, è forse il primo immigrato di Arezzo dalle calde terre dell'Africa.
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