Che il sindaco Ghinelli non ama avere Francesco De Gregori nella playlist , non si spiega da sé.
Ma con la scusante.
La giustificazione imposta per ogni assenza, in cui la seconda carica comunale prende posto al suo posto.
Come durante i lavori dell’ultimo consiglio comunale e come il 2 giugno, nello schieramento delle autorità durante la cerimonia dell’ anniversario della Repubblica.
Se non è Prefettura, diventa Carinzia, non si spiega da sé, ma associando la Prefettura alla giustificazione portata come scusante dell’assenza ai lavori dell’ultimo consiglio comunale e la Carinzia alla scusante recata come giustificazione dell’assenza durante l’anniversario della Repubblica.
Non era in Consiglio Comunale ma in Prefettura, lo scorso 28 maggio.
Era a Klagenfurt, il 2 giugno e coscienziosamente aveva avvertito, anticipatamente e con tanto di scuse, Sua Eccellenza il Prefetto Maddalena De Luca.
La quale Prefetto – punge vaghezza di osservare, pur nel rispetto dovuto alla massima autorità governativa del territorio – non è l’Italia.
Sì, è anche lei l’Italia.
Ma, e non dopotutto, l’Italia siamo noi.
Canta De Gregori in La storia siamo noi.
Ma con noi cittadini di Arezzo, il sindaco Ghinelli non si è scusato, neanche per sbaglio, di essersi fatto sostituire dalla seconda carica comunale anche in un giorno non ordinario, come il compleanno della Repubblica.
Un po’ come se il Capo dello Stato si facesse sostituire dalla seconda carica e, invece, di presenziare alla celebrazione del 2 Giugno, andasse da un’altra parte.
Dove?
Ad assistere, se il Capo dello Stato fosse il Ghinelli, al Barbiere di Siviglia, con protagonista il baritono aretino Mario Cassi, come Figaro.
Ma chi siamo noi, se noi non siamo neppure l’Italia, per sindacare i gusti melomani del sindaco Ghinelli.
Però, dopotutto, gli sarebbe stato possibile assentarsi da Arezzo, non in un giorno non ordinario, e andare a godere il bel canto di Cassi, senza trascurare l’anniversario della Repubblica, sapete dove e quando?
A Verona, il prossimo Il 25 Giugno, all’Arena di Verona.
Ma forse il sindaco non ama avere nella sua playlist né De Gregori né una delle maggiori opere liriche di Leoncavallo, I Pagliacci.