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giovedì, Maggio 1, 2025
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La Nazione perde il pelo ma non il vizio

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Gino Perticai, oltre ad essere il direttore dell’Ortica, è un fotografo molto conosciuto ad Arezzo e i suoi scatti hanno caratterizzato molte testate del passato e del presente.

Il suo lavoro, apprezzato da molti, lo si può vedere nelle foto che accompagnano gli articoli pubblicati, anche nella pagina Facebook del sito.

Proprio in un post sul social, nella pagina dell’Ortica, oggi veniva inserito un pezzo con a corredo una foto degli uffici di Nuove Acque, scattata da Gino.

Ebbene, dopo qualche decina di minuti, La Nazione di Arezzo metteva online un pezzo, IMPOSSESSANDOSI della foto di Gino Perticai, per l’ennesima volta.

Non ci sono dubbi che sia la stessa, basta guardarla, la persona in piedi, la bici e il motorino, è la stessa immagine.

Non è la prima volta, ma l’ultima di una lunga serie, in cui la Nazione prende gli scatti di Gino Perticai, senza chiederglieli, e li pubblica a sua insaputa.

Questo, oltre ad essere una appropriazione indebita, è deontologicamente scorretto, poiché Perticai ha sempre concesso ai collaboratori della Nazione, se RICHIESTO ESPLICITAMENTE, e come favore dello stesso, i suoi scatti.

Ci pare strano poi che una testata nazionale, strutturata con sedi e collaboratori in molte città, debba prendere una foto altrui quando ad Arezzo ha due fotografi, ben pagati, che dovrebbero produrre le immagini.

Il lavoro altrui deve essere rispettato, senza se e senza ma, e la redazione aretina della Nazione NON LO HA FATTO.

Invitiamo i lettori a prendere atto che questo comportamento negli anni si è ripetuto, e che deve essere pubblicamente rimarcato.

La Nazione NON DEVE prendere foto altrui per pubblicarle sulla sua testata, poiché anche da quello scatto trae un guadagno, che certamente non divide con l’autore della foto originale.

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Il Burattino
Il Burattino
Giocatore incallito di verbi e parole, iconoclasta e irrispettoso, non si piega e non si spezza, specialmente quando il gioco si fa duro, egli comincia a giocare. Abituato a prendere botte si difende a colpi di mazza, poliglotta e multietnico, è forse il primo immigrato di Arezzo dalle calde terre dell'Africa.
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