C’è Tizio, c’è Caio, c’è Sempronio e, per dirla con Nino Frassica di “Quelli della Notte”, c’è chi c’è e c’è chi c’ha, ma soprattutto non c’è chi ci dovrebbe essere.
Nei concorsi per l’Aretino dell’Anno indetti dai due quotidiani con la cronaca cittadina, uno già concluso e l’altro nella fase iniziale, le rose dei candidati al premio sono piuttosto ampie e, fatta eccezione per i giostratori dei due Quartieri vincitori delle Lance d’Oro 2019, non coincidenti.
Ora, che Arezzo in quest’anno abbia avuto così tanti ed importanti personaggi dovrebbe essere, in linea di massima, motivo di soddisfazione, ma noi delL’Ortica, invece, crediamo che, piu’ della presenza, sia l’assenza di uno di questi a rendere discutibili le scelte operate ed inattendibili i risultati.
infatti, se c’è qualcuno che merita di gran lunga più di qualsiasi altro il titolo di Aretino dell’Anno 2019, questi non può che essere Andrea Scanzi, che, come egli stesso, con la solita e buona dose di autoironia, si definisce su FB, è ” Giornalista.
Sì, ma la definizione è riduttiva.
Anche scrittore, saggista, autore e interprete teatrale, drammaturgo, conduttore e volto tivù, runner, rider, sommelier e sex symbol planetario.
Insomma: la personificazione della poliedricità più ispirata, geniale e figa”.
Si potrà non essere d’accordo sulle cose che dice, scrive o fa (talvolta capita anche a noi), potrà essere più o meno simpatico, ma non è consentito ad alcuno di metterne in discussione la Aretinita, l’orgoglio di essere Aretino ed il suo senso di appartenenza alla Città, della quale non perde occasione, nei suoi scritti, in TV e nei Social, di magnificare la bellezza.
Già solo per questo aspetto il Premio dovrebbe essergli dato per acclamazione e non per elezione !
Scanzi – e noi con lui – non si sorprenderà certamente ed, anzi, si rallegrera’ per il fatto che il quotidiano locale a maggior diffusione neppure lo ha inserito nella rosa dei candidati, ben sapendo di non potersi aspettare riconoscimenti o premi da parte di chi svolge la sua stessa professione, nella quale l’invidia per i successi altrui è il sentimento più diffuso.
E sorriderà al pensiero di Alberto Moravia – un altro che, come lui, non le mandava certo a dire – che l’invidia è come una palla di gomma, che più la spingi giù e più ti torna a galla.
Concordo, Scanzi personaggio aretino e non solo che stimo e ammiro molto.