Ci sono mestieri che hanno un sapore antico ed una speranza moderna.
In un tempo così velocemente mutabile la vendita di giornali acquista un valore “eroico”.
Ce ne accorgiamo parlandone con Piero Scartoni, sicuramente il più “vecchio” edicolante di Arezzo.
Svolge questo lavoro dal 1947, prima ai Bastioni di Santo Spirito e dal 1953 nell’attuale edicola di Piazza San Jacopo.
Con lui ripercorriamo i periodi che hanno caratterizzato il secolo trascorso per arrivare fino ad oggi.
Dal dopoguerra fino agli anni ’60 sono stati tempi bui – ci dice – c’erano altre priorità.
Poi, con il boom economico e grazie ad iniziative come quelle dei Fratelli Fabbri, con i maestri del colore, con la voglia di ricominciare, grazie alle enciclopedie a fascicoli che testimoniavano il fervore degli italiani per la conoscenza, per lo sviluppo umano e culturale, ci fu un periodo d’oro.
Oggi sembra di rivivere gli anni bui del dopoguerra.
E la colpa non è solo dei nuovi strumenti informatici che monopolizzano l’attenzione dei cittadini ma anche di un calo culturale che rende le persone insofferenti al pensiero elaborato.
Meglio uno slogan che un editoriale sembrano dire anche politici che sul pressapochismo hanno fatto la loro fortuna.
Eppure lo stesso odore della carta ha un sapore magico, ti riconcilia con la tua natura umana.
Sfogliare un libro è come prendere una medicina per l’anima.
Purtroppo in Italia hanno chiuso negli ultimi anni 20.000 edicole anche se una città senza edicole o librerie è un luogo senza cuore.
Ma il nostro Piero è ottimista.
Avendo visto negli anni i diagrammi degli alti e dei bassi sa che ci sarà ancora un periodo di rinascita della lettura cartacea, perché prima o poi lo spirito della conoscenza farà la differenza e la lettura sarà, come dice Woody Allen: una legittima difesa.
Appello Video
Il Petrai non manca mai di infilare, anche tra le righe, il suo buonismo sinistroide radical chic e attacchi velati a Salvini e alla destra….per fortuna siamo in democrazia e non tutti sono della sua opinione.
La sinistra ha fatto e fa peggio della destra spesso, lo ricordo al petaloso autore….
Sono capitato qui per caso, ma sono davvero felice di sapere che Piero è ancora vivo, vegeto e “sul pezzo”. Per più di 20 anni, fino alla fine degli anni ’70, mio padre è stato l’agente generale della Fondiaria, il suo ufficio era lì dall’altra parte della piazza e l’edicola di Piero per noi era quella di riferimento. Ormai non torno ad Arezzo da troppi anni, ma sapere che esiste ancora qualche piccolo punto fermo della mia vita mi riempie di soddisfazione. Auguri a Piero e a tutti voi per il nuovo anno!