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lunedì, Febbraio 10, 2025
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Chi sarà il prossimo sindaco di Arezzo?

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Tra un anno ci saranno le elezioni amministrative e Alessandro Ghinelli ha già detto di volersi di nuovo candidare.
Ghinelli, anche se ha fatto fare molto ai suoi assessori più che agire in prima persona, ha dalla sua un gruppo di fedelissimi per niente trascurabile.
Nel suo campo (quello di destra) ha però anche dei detrattori e degli scontenti (soprattutto per via dei pochi successi in merito di sicurezza e decoro cittadino).

Non è sicuro della rielezione, almeno se nel campo opposto si individuasse un candidato sindaco prestigioso.

Eh sì, perché nel centrosinistra aretino c’è da individuare un candidato, ma prima occorre che si individuino dei partiti, dei movimenti, qualche guida politica.
A oggi non c’è nulla che appaia organizzato e con una testa.
Nulla che sia in grado di raggranellare i voti necessari.

Chi comanda nel PD? Nessuno, il partito in piazza Sant’Agostino non esiste più.
Non si leva una voce che indichi una strada.
Il massimo che si muove sono Romizi (Arezzo in Comune) e il redivivo Barbini, che vorrebbe quello che non si può realizzare, cioè un partito di centro sinistra sinistra che parlasse con trasporto e sincerità alle folle disamorate.

Non c’è altro.
Di candidati non se ne parla, anche se c’è chi si arrabatta nel cercarne uno buono per tutti (c’è chi indica Giuseppe Fanfani, chi Giuseppe Macrì, chi ancora Marcello Caremani…), ma nessuno di questi nomi esalta l’intera area.

Fanfani non è disponibile, Caremani non ha dato una grande prova nel periodo in cui è stato assessore e Giuseppe Macrì piace molto al suo entourage, ma poco al (ex) popolo della sinistra.
Con quell’aspetto da ricco, l’auto da ricco, la casa da ricco e la fissa dell’arte è accreditato se va bene di un 35% di voti a favore.

Insomma, se il centrosinistra non si organizza e non individua in fretta il candidato giusto, anche questa volta è destinato alla sconfitta sonora…

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Pietro Aretino
Pietro Aretino
« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco, che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo, scusandosi col dir: "Non lo conosco"! » (Ironica epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio[1]) È conosciuto principalmente per alcuni suoi scritti dal contenuto considerato quanto mai licenzioso (almeno per l'epoca), fra cui i conosciutissimi Sonetti lussuriosi. Scrisse anche i Dubbi amorosi e opere di contenuto religioso, tese a farlo apprezzare nell'ambiente cardinalizio che a lungo frequentò.

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