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venerdì, Marzo 29, 2024
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I quartieri invidiosi

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Il bel restauro di Porta Trento e Trieste,  altrimenti detta, nella sua meno conosciuta accezione, Porta Ferdinanda , celebrato in pompa magna con l’ormai immancabile taglio del nastro da parte del Sindaco e con la partecipazione di una rappresentanza degli Sbandieratori e dei figuranti del Quartiere di Porta Sant’Andrea, sembra aver suscitato le invidie dei Quartieri di Porta Crucifera e di Porta Santo Spirito, che sarebbero intenzionati a richiedere all’Amministrazione Comunale la ricostruzione integrale delle due Porte omonime, entrambe  abbattute negli ultimi anni del XIX secolo, delle quali tuttora permangono i resti nei rispettivi territori.

Di fronte a siffatta richiesta si può essere certi che l’Assessore alle Opere Pubbliche ed alla Manutenzione Gamurrini – anch’egli presente alla cerimonia, sia nella sua veste pubblica, sia in quella privata di quartierista di Porta Sant’Andrea, opporrà un netto rifiuto.
Ciò potrebbe portare i due Quartieri a ripiegare sulla meno esosa richiesta di una sistematina dei Giardini del Porcinai (taglio dei lecci escluso a priori) ricadenti nel territorio del Quartiere giallo blu, e del lastricato di quasi tutte le strade prossime alla Sede del Quartiere rossoverde.


Il comunicato :

Porta Trento TriesteCompletato il restauro,  Porta Trento e Trieste, o Porta Ferdinanda, è tornata “rinnovata” al suo posto

 È il fiore all’occhiello del restauro complessivo che ha coinvolto uno tratti più imponenti ed esteticamente pregevoli della cinta muraria cittadina, quella che va dalla recinzione del campo da calcio conosciuto come “gioco del pallone” al bastione che delimita il varco di accesso alla scuola Pio Borri.

Una zona frequentata fin dai primi decenni dell’Ottocento quando le folle vi si radunavano per assistere al gioco del pallone con bracciale, sport altamente competitivo e sentito dalla popolazione dell’epoca.

Oggi, la frequentazione è più legata al Saracino, alla presenza di locali della movida e al fatto di essere uno degli ingressi pedonali al centro storico e alla zona di Sant’Agostino e del Corso.

Nel 1816, il progetto della via Anconetana comportò la necessità di aprire, oltre alle quattro già esistenti della cerchia medicea, un’ulteriore porta che prese il nome di Porta Ferdinanda, in onore del granduca Ferdinando III.
L’intervento di restauro di quest’ultima ha riguardato innanzitutto la parte in pietra, le lapidi e le iscrizioni presenti sui fronti e sullo stemma ubicato sopra al timpano del fronte principale.

Sono stati poi rimossi i precedenti intonaci, sottoposti a infiltrazioni di acqua e umidità, e rifatti con materiali ad altissima porosità e traspirabilità, tinteggiate le pareti, i soffitti e il percorso pedonale e infine è toccato al grande portone in legno a due ante.
Che adesso è tornato al suo posto dopo l’intervento di un laboratorio veneziano che lo ha accuratamente ripulito, sostituendo inoltre le parti deteriorate, rafforzando i cardini e la struttura complessiva, riproducendo la patinatura originale.

Capitolo sicurezza: una telecamera “guarda” oramai da mesi il portone dal semaforo collocato in cima a via Trento e Trieste, una nuova telecamera da piazza San Giusto, e questa controlla anche via delle Mura e si affianca a una già esistente nella piazza medesima e risistemata ad altezza adeguata per evitare che le piante ostruiscano le riprese.
Una quarta telecamera grandangolare, nuova, riprende a 360 gradi il passaggio pedonale ed è all’interno di quest’ultimo.

Dunque, Porta Ferdinanda è tornata a nuova vita, anche se questa è una denominazione rimasta più che altro nella memoria storica, sopravanzata nell’uso comune da Porta Trento e Trieste.
O Porta Sant’Andrea, perché c’è pure chi dà ascolto alle ragioni del cuore… giostresco.

1 commento

  1. Uno degli aspetti interessanti di questo lavoro è l’aver stabilito – lungo il «gioco del pallone» – il punto di confine tra Sant’Andrea e Porta Crucifera. Sul tratto di mura che da Porta Trento e Trieste sale: fin dove l’intonaco è restaurato, al suolo è territorio biancoverde; oltre, fin su alla Piazza di Porta Crucifera, dove l’intonaco è stato lasciato rovinato, è ovviamente zona rossoverde.

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Etrusco
Etrusco
Aretino doc, la mia grande aspirazione era quella di diventare giornalista ed invece ho fatto per più di 40 anni tutt'altra professione. In gioventù' ho scritto articoli per giornali umoristici universitari del tipo La Bombarda ed Il Pungiglione ed, in seguito, dopo la laurea, sono stato nello staff di televisioni e radio private aretine. Sono da sempre appassionato di sport, che ho praticato sia a livello semiprofessionistico, sia dilettantistico. Sono un innamorato della Giostra del Saracino, nella quale per alcuni anni ho avuto un certo ruolo. A chi mi dice che ho un brutto carattere, perché troppo polemico, rispondo come diceva il Presidente Pertini che " soltanto chi ha carattere, ha un brutto carattere ". Ho fatto tante cose in vita mia e spero che questa non sia l'ultima.=

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