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sabato, Aprile 6, 2024
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COSIMO E DANILO: Cosimo cerca lavoro

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“Cosimo, mio zio ha già pensato a tutto”.
“In che senso?”.
“Lo sai chi è mio zio, vero?”.
“Certo che lo so!”.
“Bene, il problema lavoro, per te, non è più un problema”.
“Grazie Danilo, ma lo sai che non mi piacciono queste cose”.
“Va bene, va bene…”.
“Che significa: va bene, va bene”.
“Che va bene. Che tutto va bene”.
“Cioè?”.
“Cosimo, è tutto a posto!
Mio zio ha già pensato a tutto”.
“Danilo, io non voglio raccomandazioni! Non le voglio e non le ho mai volute! Hai capito!”.
“Certo che ho capito! Domani mattina alle 9,00 sono da te e alle 9,30 hai il colloquio di lavoro. Va bene?”.
“No! Non va bene per niente!”.
“Mio zio mi ha detto soltanto che devi essere vestito bene e devi arrivare puntuale. Al resto ci pensa lui”.
“Non voglio essere raccomandato!”.
“Ciao Cosimo! A domani!”.

Il giorno dopo, alle 9,00 Danilo era puntuale mentre Cosimo era ancora in mutande.
“Ma che fai! Dai che mio zio si incazza! Forza! Vestiti! Oddio Cosimo veloce!”.
Cosimo, seduto sul divano, non reagiva.
Danilo prese in mano la situazione, aprì armadi, cassetti, sportelli e vestì Cosimo a-casual. Poi lo spinse sul pianerottolo.
“Io, non so se è il caso, forse sarebbe meglio non andare…”.
“Mi hai fatto smuovere mari, monti e tutto il resto, e adesso non vuoi venire?!”.
“Ma io non ti ho chiesto proprio niente!”.
“Su Cosimo! Ormai le conosco le tue espressioni, le tue indecisioni, i tuoi tentennamenti… è come se tu me l’avessi chiesto”.
“Ma non è vero niente!”.
“Dai! Entra in ascensore e andiamo. Aspetta, aspetta… premo io! Premo io! Terra, vero?”.
“Sì, sì. Io lo so come va a finire, ci arresteranno per corruzione o concussione o quello che è…”.
“Cosimo, finiscila! Poi, ti sembra questo il momento di bloccare l’ascensore! Forza, fallo ripartire”.
“Danilo, io non ho bloccato l’ascensore”.
“Ti ho visto benissimo, hai premuto Stop”.
“Ma io non ho premuto Stop!”.
“Certo! E allora chi lo ha premuto! Qui siamo in due e io non l’ho premuto”.
“Danilo, siamo bloccati! L’ascensore si è bloccato”.
Pausa.
“No, ho paura… c’è poca aria, vero? Non respiro! Sento una musica hawaiana, la senti anche tu? No, forse è una musica celestiale… sto perdendo i sensi?”
“No, è la suoneria del tuo cellulare.”
“Ah, giusto…”
Danilo guardò il numero sul display, chiuse gli occhi e rispose.
“Scusami molto zio, ma ho un contrattempo… sono venuto a prendere Cosimo e… ma zio ti assicuro che… sì, sì, te lo prometto, tra dieci minuti siamo lì… sì… sì… ciao zio… a dopo… ciao… Cosimo, hai sentito? Adesso sei contento?”.
“Ma contento di cosa! Non è mica colpa mia se siamo bloccati in ascensore!”.
“Hai fatto di tutto per non andare a questo colloquio. E ci sei riuscito.”
“Ma non ho fatto niente! Sono solo salito in ascensore! Come te!”.
“No, non come me! Io ero carico di aspettative di ottimismo e tu invece di sfiducia e negatività!”.
“Ma cosa cazzo c’entra con l’ascensore!?”.
“Niente… niente… al giorno d’oggi nessuno ha mai colpa di niente!”.
“Oddio Danilo, sei paranoico!”.
“Forse ho solo una sensibilità più… sensibile della tua. Vedi? Tremo tutto, guarda. Cosimo, stiamo ripartendo? Ma… perché gira tutto?”.
Danilo crollò a terra di botto, svenuto.
“Danilo! Sveglia! Danilo! Svegliati!”

Mezz’ora dopo, ancora in ascensore, Cosimo e Danilo seduti in terra.

“Danilo, come ti senti?”.
“Ma… bene… penso”.
“Tra poco dovrebbe arrivare il tecnico dell’ascensore e un’ambulanza”.
“Perché? Stai male?”.
“Danilo… veramente sei svenuto, hai battuto la testa… meglio andare al pronto soccorso”.
“Ma cosa dici! Non sono mai stato meglio! Come è andato il colloquio?”.
“Ma… veramente… a questo punto… penso sia saltato”.
“Come! Non ti sei presentato! Mio zio mi ammazza!”.
“Danilo! E’ quasi un’ora che siamo chiusi qua dentro! Come cavolo c’andavo a quel colloquio!”.
“Mio zio non ci crederà. E se ci crederà, non comprenderà. E se comprenderà, sarà comunque più forte il risentimento della comprensione. E se non si fosse risentito…”.
“Danilo! Basta!”.
“Cosimo…”.
“Dimmi…”.
“Ma dove siamo adesso?”.
Cosimo appoggiò la testa sulle ginocchia, senza parlare.
Una voce, da fuori, interruppe il silenzio.
“C’è nessuno in ascensore?”.
“Sì, ho chiamato io!”.
L’ascensore iniziò a scendere, arrivò al piano terra e si aprirono le porte. Cosimo fece per alzarsi, ma il medico del 118 lo schiacciò in terra di nuovo.
“Fermo. Non si alzi”.
“Ma io sto bene”.
“Se sta bene, glielo dico io”.
“Io sto bene! E’ lui che è svenuto!”.
“Io!? Svenuto!? Ma che dici!?”.
“Danilo, tu non te lo ricordi, ma hai perso conoscenza e sei svenuto”.
“Mi scusi dottore, ma questo deve aver battuto la testa”.
“Danilo, finiscila e fatti visitare”.
“Fatti visitare tu!”.
Il medico parlò alla radio con qualcuno. Dopo pochi minuti arrivò una seconda ambulanza. I condomini, affacciati dalle finestre, videro uscire dal portone del palazzo due barelle, entrambe con qualcuno disteso sopra.
Da una barella, Cosimo gridava.
“E’ lui che è svenuto! Ve lo assicuro! Danilo diglielo tu!”
Sull’ altra barella, Danilo sorrideva e fischiettava un motivetto hawaiano.

Episodi di “Cosimo e Danilo” già pubblicati:

  1. Curva a gomito
  2. Questione di feeling
  3. Ricordi d’estate
  4. Tequile, collari e vendette
  5. Il Giannino e il tequila Pub
  6. Serena, ti lascio
  7. SMS

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Abbaglio
Abbaglio
Informatico con la passione per la scrittura. Ha scritto racconti e testi teatrali.

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