Qualcosa in testa deve avere chi diventa sindaco di Arezzo.
Finché a Palazzo Cavallo c’è rimasto Fanfani, almeno una volta la settimana recitava Dante e per esibirsi nelle lecture Dantis era facile, come fosse vero, immaginarlo con la corona d’alloro intorno alla testa.
Che Dante sarebbe stato senza mettergli le foglie di lauro sopra la testa?
Dopo Fanfani c’è stato un vuoto sopra, non dentro, la testa.
E’ vero che il prosindaco Gasperini è stato sempre di sinistra, ma non fino al punto da mettersi il colbacco.
Comunque, sindaco dopo Fanfani è stato eletto Ghinelli.
E lui il poeta non l’ha mai fatto, niente corone di alloro , figuriamoci i colbacchi, peggio che parlare di comunisti che mangiano i bambini.
Lui è ingegnere e ha sempre avuto più confidenza con i calcoli e i cantieri che con le letture di Dante, non parliamo di quelle di Marx.
Quando va in cantiere e deve coprirsi la testa lui non va a tagliare rami di alloro, ha sempre pronto un elmetto.
E in cantiere ci va anche da sindaco con l’elmetto: se lo mise quando salì in cima al campanile della Pieve, se lo mise quando andò ad Amatrice come esperto sismico, se l’è messo con la tuta anche ieri per scendere dentro il Cisternone.
Figuriamoci le foto e le telecamere.
Quasi come con Fanfani quando recitava Dante.
Ma se dopo Fanfani, invece di Ghinelli, fosse stato eletto sindaco Matteo Bracciali, che si sarebbe messo in testa?