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venerdì, Marzo 29, 2024
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“Me la pagherai nell’aldilà”, aretino mandato in tribunale

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Se una telefonata allungava la vita, possiamo dire che può anche accorciare la strada verso il tribunale una frase telefonata, se è un modo di dire contenente il termine “pagare”.
E questo verbo viene usato come si usa quando si vuole apostrofare qualcuno con una intimidazione verbale. Allora, può costituire reato di minaccia. Perfino se l’intimidazione, o meglio la sua messa in atto, è rimandata nell’Oltretomba. Sì proprio dopo la morte: “Me la pagherai nell’Aldilà”. Questa la minaccia verbale denunciata dalla parte offesa.

Ecco qua l’insolito guaio giudiziario che vede al centro del caso un aretino di 51 anni, chiamato a comparire dinanzi al Giudice di Pace per rispondere del reato di cui all’art.612 del Codice Penale e anche di diffamazione.

Ma ciò che maggiormente incuriosisce della citazione in giudizio, notificata al cinquantunenne, è, come si può ben comprendere, quella minaccia di fargliela pagare, sì, ma non in questa vita, bensì nell’altra. Nell’Aldilà, appunto.

A prescindere se egli la disse oppure no – risvolto che dovrà stabilire il tribunale se sia davvero avvenuto in quella telefonata di mesi addietro oppure sia da ritenersi un qui pro quo – l’imputato l’avrebbe proferita – a dire della stessa controparte – nel bel mezzo di un vivace litigio telefonico.

Dunque, l’avrebbe rivolta alla parte offesa con un mezzo umano, comunemente esistente in questa terra. Ma dicendogli che gliela farà pagare non nella vita terrena.

Eppure l’autorità giudiziaria, a cui la controparte ha presentato l’atto di querela, lo ha ritenuto meritevole di essere rinviato a giudizio, anche per questo.

Il caso a questo punto diventa da giudiziario quasi una via di mezzo tra Giustizia e seduta spiritica, nonostante che siano vivi e vegeti sia l’imputato sia la parte offesa, anche lui aretino ma non più residente nella città natale, a differenza del cinquantunenne abitante nel capoluogo. E se è vero che in Italia il Pm ha comunque l’obbligo dell’azione penale è anche vero che un caso come questo, nato da una banale discussione tra due persone, può suggerire, in chi non è addentro alla giurisprudenza, qualche perplessità sul sussistere di un reato laddove il danno non può essere materialmente consumato in questo mondo.

Tuttavia, spiega una fonte legale, c’è da tenere conto del danno emotivo patito dalla controparte, a causa della minaccia verbale sia pur singolare, ricevuta dal cinquantunenne. Questi sarà escusso dal Giudice di Pace che, in successione, ascolterà pure la parte offesa, all’udienza che darà il via a questo singolare processo. Che avrà luogo domani.

PS: Anche il basso giornalismo si può occupare di cronaca quando il caso è vero ma la (il) cronista di giudiziaria non lo sa.

 

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Felice Cini
Felice Cini
Mi piacerebbe essere Tristano ma sono Felicino, vorrei essere qualcuno ma sono nessuno. Mi piacerebbe raccontare qualcosa di buono ma non ho argomenti. Vorrei un argomento positivo sul mondo che ci circonda ma non mi piace granché ciò che ci circonda. Scrivo su l'Ortica per la mia passione per ciò che non va bene. Mi assomiglia.

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