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mercoledì, Aprile 30, 2025
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KARA- KARA- KARAtè assessora Lucia Tanti

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Dicono che in Giappone il rugby non si gioca in promiscuità col pallone di forma sferica, kara – kara – karatè assessora Lucia Tanti.
Nel Paese dei Ciliegi dicono anche altre cose ma la città dei fichi secchi fa finta di niente.
Dicono che la squadra dell’ Arezzo Calcio non andrebbe tuttora in trasferta alla Nave. In quanto ogni promessa elettorale è un debito. Un impegno estinguibile non  con un colpo giornalisticamente ben sferrato. Che sbriciola lo stadio comunale come fosse un mattone: un pezzo volerà a Sant’Andrea a Pigli, dove non si è trovato di meglio per le  sedute di allenamento; mentre lo stadio in quanto tale offrirà in futuro neanche la metà della metà della metà degli spazi in cui coabitavano altre società e associazioni sportive. Tutte quante  sloggiate dal Comunale,  per fare posto ad un centro commerciale, in città l’ ennesimo ma prioritario dentro lo stadio.

Da quando c’è in regia la kara assessora – kara Tanti – karatè, sopra il grande materasso dell’ assegnazione  e della gestione comunale dell’ impiantistica sportiva l’ atleta che deve allenarsi va a terra come un sasso, anche se fortunatamente ritorna in piè, ma non grazie alla kara – kara – karatè assessora Lucia Tanti.  La quale sta trasformando questo ordinario settore dell’amministrazione  in un altro punto di crisi.  Meno ordinaria di prima è più acuta.

Se non fosse che lassù, in Comune,  sono tutti parte in causa (chi più chi meno)  ci sarebbe qualcuno, con a cuore i disagi del mondo sportivo aretino,  propenso a dire che una commissione d’inchiesta non farebbe per niente male e piacerebbe a molti che fosse fatto il punto con  società ed associazioni locali,   enti di promozione e  Federazioni. Purtroppo questo qualcuno non c’è e ci sono tanti pesci in barile.

Kara – kara – karatè, ogni anno l’ Arezzo dei campionati agonistici e degli allenamenti e dei corsi di formazione nelle varie discipline sportive  gioca ad aggiudicarsi gli spazi e non si può dire che da quando c’è la kara-kara-karatè Lucia Tanti,    il plebeo degli sport minori quanto il  principe delle discipline emergenti tanto il re dello sport popolare, il calcio,  abbiano la medesima dignità al cospetto del patrimonio pubblico.

Di persona sono  andato in una palestra che non si trova più a San Lorentino dove funzionava il Palazzetto;   sono andato lo stesso  per poter imparare non il karatè bensì il judo, in quella società che ha mandato un suo atleta ai Giochi Olimpici di Rio. Mi hanno messo una casacca, mi hanno preso per la giacca, poi non mi ricordo più ma ero a terra a pancia in giù e sopra di me stava saltellando una classe di belle signore impegnate a rassodarsi i glutei non a scopo agonistico. Dicono che in Giappone il rugby non si gioca in promiscuità con il calcio e neppure il judo con il metodo Pilates di tenersi in forma.

La kara – kara- karatè assessora, cintura nera di Forza Italia, non difende come farebbe una campionessa di qualità la diffusione dell’attività sportiva nel territorio ma si limita a prendere atto delle difficoltà di quanti hanno bisogno di allenarsi per formarsi agonisticamente; in pratica si  arrangia,  lungi dall’impegnarsi a  risistemare la funzionalità di un contesto di per sé difficile,  in cui le risorse sono state pesantemente tagliate a livello centrale e le possibilità del Comune di investire in strutture prettamente sportive si sono drasticamente ridimensionate nel tempo. Mentre la semplice manutenzione non basta più, anche se straordinaria. Oramai è un’impresa impari con la battaglia di mantenere a norma impianti gravati dall’età, come quelli esistenti ad Arezzo.

In tutto questo ci mancava pure un’ assessora cintura nera comunale allo Sport,  convinta che la cintura nera sia sinonimo di  esperienza acquisita nella difficilissima arte di assegnare e gestire gli impianti sportivi, quanto un Rolex d’oro al polso dia il potere a chi lo possiede  di non arrivare mai in ritardo ad un importante appuntamento.

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Felice Cini
Felice Cini
Mi piacerebbe essere Tristano ma sono Felicino, vorrei essere qualcuno ma sono nessuno. Mi piacerebbe raccontare qualcosa di buono ma non ho argomenti. Vorrei un argomento positivo sul mondo che ci circonda ma non mi piace granché ciò che ci circonda. Scrivo su l'Ortica per la mia passione per ciò che non va bene. Mi assomiglia.
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