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domenica, Maggio 4, 2025
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AH! Se non ci fossero le mamme!!!

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Sono una persona fortunata; lavorare come educatore in un convitto è un vero privilegio; perché una cosa è insegnare una materia ai ragazzi, tutt’altra è cercare di insegnare loro a vivere, passare giorno e notte con loro, mangiare studiare giocare cazzeggiare con loro. Questa premessa è per raccontare situazioni di vita particolari che mi si sono presentate nel corso del mio lavoro.

Il primo personaggio: un bolognese di 14 anni, capitato in provincia di Arezzo quasi per caso: La madre, una bella donna, bionda, elegante, di classe, sempre gentile nei modi e di educazione superiore, lo aveva spedito da noi forse perché stanca di doversi continuamente occupare di un figlio malaticcio e petulante, pur continuando a seguirlo telefonicamente e con frequenti visite in convitto che, vista la procacità della signora, non lasciavano indifferenti noi educatori maschi.

Un pomeriggio, appena preso servizio, mi ritrovo con alcuni dei convittori, fra i quali il nostro amico, a discorrere con una delle signore che di mattina, i ragazzi a scuola, si occupano delle loro camere. L’operatrice si lamentava coi ragazzi delle pessime condizioni nelle quali lasciavano le loro camerette, parlando, tra l’altro, di lenzuola sporche, al che mi è scattata la solita vecchia battuta: “ragazzi non toccatevi di notte che poi diventate ciechi”. Pronta e spontanea la risposta da parte del ragazzo “mia madre ha un cassetto pieno di vibratori, li usa spesso ma ci vede benissimo” e se ne va senza attendere replica, con noi basiti perché abbiamo intuito che la verità gli era ingenuamente sfuggita di bocca!

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Te le canto e te le suono. Dopo aver girato il mondo, aver visto, giudicato e criticato mille cose, mi sono fermato in questo posto perché ho trovato interessante la varia umanità che lo popola e per l’occasione ho cambiato il titolo al mio brano più famoso: “This land is not my land (but I live there)”. Il testo della canzone invece è sempre valido, qui come in USA.
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