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Concerto di Vasco, gravi disagi per le persone con disabilità: “ci siamo sentiti invisibili e in pericolo”

La denuncia di Miriam Pellegrini, in carrozzina da oltre trent’anni: barriere architettoniche, disorganizzazione e mancanza di sicurezza al Visarno Arena di Firenze

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Riceviamo e pubblichiamo
Mi chiamo Miriam Pellegrini, sono una persona con disabilità motoria grave e rappresento l’Associazione Paratetraplegici Aretini (APA). Scrivo questo appello pubblico per denunciare quanto accaduto durante il concerto di Vasco Rossi del 5 giugno 2025 al Visarno Arena di Firenze. Un’esperienza che, invece di essere un momento di gioia e condivisione, si è trasformata in un esempio lampante di discriminazione e disorganizzazione.

Partecipo da oltre trent’anni a concerti ed eventi pubblici, ma non mi era mai capitato di trovarmi in una situazione tanto difficile. Per le persone con disabilità l’accesso ai concerti è già di per sé un percorso a ostacoli: non è possibile acquistare i biglietti online come il resto del pubblico, ma occorre inviare richieste via email agli organizzatori, attendere mesi per una conferma, e sperare che i pochi posti riservati non siano già esauriti. Già qui si crea una disparità inaccettabile, aggravata dal fatto che la percentuale di posti riservati per legge (lo 0,5% della capienza complessiva) è troppo bassa e spesso non rispettata.

Al Visarno Arena, dopo un accesso tutto sommato agevole al parcheggio riservato, sono iniziati i problemi:

  • Nessuna segnaletica chiara per accedere alla biglietteria.

  • Steward impreparati, tranne uno che ha saputo indicarci l’ingresso corretto.

  • Rampa ripidissima e con uno scalino di oltre 20 cm, quasi invalicabile in carrozzina.

  • Nessuna indicazione visibile per raggiungere la pedana riservata, troppo piccola e lontanissima dal palco.

Ma il problema più grave è stato l’uscita: nessun percorso riservato, nessun presidio di sicurezza, nessun agente a gestire il flusso. Le persone in carrozzina si sono ritrovate nel mezzo di una calca pericolosa, in alcuni casi senza riuscire a respirare. Solo grazie alla generosità del pubblico – che ha improvvisato un cordone umano – siamo riusciti a uscire. Anche fuori, il caos: traffico in tilt, sensi unici mancanti, nessun vigile in vista.

Tutto questo è inaccettabile. Chi organizza eventi di questa portata non può ignorare i bisogni delle persone con disabilità. È una questione di dignità, di sicurezza, di rispetto dei diritti. Non chiediamo privilegi, ma parità: la possibilità di partecipare come tutti, con amici e familiari, senza essere relegati in spazi separati e inaccessibili. In altri Paesi esiste la sicurezza inclusiva. Da noi è ancora un’utopia.

Per questo chiedo pubblicamente:

  • Il rimborso del biglietto per tutte le persone con disabilità che hanno vissuto questi disagi.

  • Scuse ufficiali da parte degli organizzatori.

  • E soprattutto, un impegno concreto per cambiare le cose, a partire dalla modifica della legge 104, secondo quanto richiesto dal Manifesto Live For All.

Ho inviato questo appello anche al Blasco Fan Club, di cui sono tesserata, nella speranza che Vasco Rossi, da sempre vicino al suo pubblico, possa farsi portavoce di un cambiamento tanto urgente quanto necessario.

Ricordo che l’articolo 30 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia con la legge 7/2009, garantisce il diritto di partecipare pienamente alla vita culturale e ricreativa, in condizioni di uguaglianza e sicurezza.

Oggi, quel diritto è stato violato. È tempo che qualcosa cambi.

Miriam Pellegrini
Rappresentante dell’Associazione Paratetraplegici Aretini (APA)

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