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Marco Polo, Salvatore di Pozzuoli e la Coppa America a Bagnoli

Il gossip di Cesare Fracassi
Un incontro improbabile nella Cina del XIII secolo e un legame inaspettato con il futuro di Napoli

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Quando Marco Polo tornò a Venezia dopo il suo secondo viaggio in Asia, dove aveva fatto scrivere Il Milione, il celebre “libro delle meraviglie”, la stampa non era ancora conosciuta in Europa. Molti suoi concittadini non credevano ai suoi racconti: parlava di fuochi d’artificio, porcellane decorate, città con milioni di abitanti, case dai tetti d’oro, eserciti immensi, donne dai seni minuscoli e dai fianchi piatti… Eppure, tutto quello che era scritto nel Milione era vero.

Non tutti però sanno che Marco dettò il libro durante la prigionia, in seguito alla battaglia tra Genovesi e Veneziani. In carcere, fu aiutato da un letterato pisano, un certo Rustichello, che trascrisse le sue memorie.

Fu proprio Rustichello a convincerlo a omettere un episodio singolare: un incontro avvenuto nel cuore dell’Impero Yuan, nella Cina settentrionale, più precisamente nel trentesimo distretto della città di Dadu (l’odierna Pechino, allora capitale invernale dell’impero; quella estiva era Xanadu).

Marco raccontò di aver incontrato un uomo dall’aspetto mediterraneo con un carretto carico di merci. Gli chiese:
“Where you from?”
L’altro rispose:
“Nun t’ capisc!”, e poi, in un italiano stentato:
“So’ Salvatore Esposito, di Pozzuoli. Vengo dal Giappone. Porto tessuti di cotone, seta, bachi cinesi e semi verso l’Italia!”
Marco, stupito, domandò:
“E per farne cosa?”
“Per vedere se si fanno pure in Italia!”

Marco rimase sbalordito. Pensava che solo lui, suo padre e suo zio si fossero spinti tanto a oriente. Dentro di sé si chiese:
“Non è che, alla fine, siamo noi i cinesi degli asiatici?”

D’altronde, Pompei prima e Napoli poi sono sempre state città internazionali. Si raccontava persino che un uomo di Bagnoli — anzi, di Baia — avesse circumnavigato l’Africa e raggiunto il porto cinese di Xi’an molto tempo prima di Vasco da Gama. Era, pare, il nonno di Salvatore Esposito.

E fu proprio questo leggendario racconto, riportato dal nostro primo ministro al comitato neozelandese dell’America’s Cup, a ispirare la scelta delle acque di Bagnoli e Napoli come sede della Coppa nel 2027.

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Cesare Fracassi
Cesare Fracassi
Nato ad Arezzo nel 1946, in via Crispi 66, al suono della prima sirena del Fabbricone. Frequentò le elementari a Sant'Agnese, una scuola di vita e di battaglie. Dopo le medie, proseguì con il liceo classico e intraprese studi di medicina e giurisprudenza, completando tutti gli esami di quest'ultima. Calciatore dilettante, fondatore della squadra Tuscar Canaglia, sciatore agonistico e presidente della FISI provinciale. Esperienze lavorative: mangimista, bancario, consulente finanziario, orafo, advisor per carte di credito, ideatore della 3/F Card, registrata presso la SIAE (sezione Olaf n°1699 del 13/4/2000) con il titolo "Global System", agricoltore e, ora, pensionato.
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