C’era una volta una famiglia molto povera, composta da un padre disoccupato, Bruno, una madre casalinga, Maria, una figlia, Consolina, un figlio, Renatino, e una nonna, Zelinda.
Bruno lavorava fino a qualche anno fa nell’officina di una concessionaria Fiat; Maria, da allora, aveva portato avanti tutta la famiglia, arrangiandosi come poteva, facendo le pulizie in casa di due famiglie: quella del dottor Nascimbeni, ginecologo, e quella di Alan Lanovschu, un restauratore e costruttore edile rumeno. I figli? Consolina stava per prendere i suoi “voti”… della licenza media superiore! Renatino, invece, era campione regionale delle scuole medie… come accanito forcaio, ed era già stato fermato per consumo di cannabis. Insomma, una famiglia seguita dai servizi sociali una volta a settimana per aiutarli a ritrovare una certa autonomia finanziaria. L’unico reddito stabile era la pensione minima della nonna.
Fortunatamente, la Caritas aveva donato a Maria una zucca per festeggiare Halloween. Maria ne aveva svuotato l’interno, estraendo polpa e semi attraverso una piccola apertura circolare praticata nella zona del picciolo. Con la polpa, circa mezzo chilo, aveva preparato una specie di purè; dal pane secco, ne aveva grattugiato circa un etto. Inoltre, la signora Rosa, moglie del dottor Nascimbeni, le aveva regalato delle croste di grana. Maria le aveva lasciate a macerare in acqua bollente, tagliando i pezzetti morbidi e filamentosi che ne aveva ricavato. Impastando il tutto con un po’ di latte, aveva poi aggiunto al centro il formaggio ammorbidito, creando delle palline grandi come palle da ping pong. Dopo averle passate in due uova sbattute e impanate in superficie, le aveva fritte in una padella con olio di semi, preparando così una cena per tutti.
E la zucca, direte voi? Maria la regalò ai bambini dei vicini, che ne fecero una morte secca.
Magica!