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La Generazione Z torna a teatro con la rassegna Z Generation meets Theatre

Al via al Teatro Pietro Aretino di Arezzo l’originale rassegna che parla alle nuove generazioni con la lingua del teatro

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L’inizio della rassegna è fissato per domenica 12 febbraio alle ore 17:30 con “Questa splendida non belligeranza” uno spettacolo scritto e diretto da Marco Ceccotti con Giordano Domenico Agrusta, Luca Di Capua, Simona Oppedisano in una produzione Marco Ceccotti realizzata con il rassicurante aiuto di Carrozzerie n.o.t, Teatro San Carlino, Fortezza Est.

Marco Ceccotti, attore e autore originario di Narni, porterà ad Arezzo un’originale e dissacrante commedia moderata sul devastante quieto vivere.
La pièce racconta di una famiglia, padre-madre-figlio, in cui la mancanza di comunicazione si manifesta nell’incapacità di esprimere i propri sentimenti.
“Questa splendida non belligeranza” si segnala come spettacolo vincitore del Premio In-Box 2022 con il maggior numero di voti nella storia del Premio.

Sabato 25 febbraio, alle ore 17:30, sul palco del Teatro Pietro Aretino salirà la Compagnia Lombardi-Tiezzi, in una co-produzione con I Sacchi di Sabbia, nello spettacolo “Dialoghi degli Dei”, firmato da I Sacchi di Sabbia e Massimiliano Civica con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Serena Guardone, Giovanni Guerrieri, Enzo Iliano.

“Dialoghi degli dei” celebra l’incontro tra Massimiliano Civica, regista noto per l’asciuttezza formale delle sue opere e I Sacchi di Sabbia, un gruppo toscano che ha fatto dell’ironia la sua peculiare cifra stilistica.
Scritti da Luciano di Samosata nel II secolo dopo Cristo, questi Dialoghi si presentano come una raccolta di gossip su vizi e trasgressioni degli abitanti dell’Olimpo: gli scontri “familiari” tra Zeus e Era, le continue lagnanze per le malefatte di Eros, i pettegolezzi tra Dioniso, Ermes ed Apollo… In questa gustosa versione gli Dei sono atterrati in una classe di un ginnasio, diventando oggetto concreto delle spietate interrogazioni con cui un’austera insegnante tormenta due suoi allievi. Seduti ai loro banchi di scuola e con i calzoni corti, i due maturi studenti, interrogati su tresche e malefatte degli immortali, sperimentano sulla propria pelle le ingiustizie della scuola, preludio alle future ingiustizie della vita.

Sabato 18 marzo, alle ore 17:30, ad incantare il pubblico del Teatro Pietro Aretino sarà il “Salto di specie” presentato dalla compagnia Controcanto Collettivo con Federico Cianciaruso, Riccardo Finocchio, Martina Giovanetti, Andrea Mammarella, Emanuele Pilonero e Clara Sancricca alla firma anche dell’ideazione e della regia.

“Salto di specie”, progetto vincitore del bando Toscana Terra Accogliente a cura di RAT (Residenze Artistiche della Toscana), è un’indagine sul tema dell’empatia tra esseri viventi e sui meccanismi che ne favoriscono o ne arrestano il flusso.
La relazione tra uomo e animale nella nostra porzione di mondo vive in un certo senso un paradosso: al rapporto stretto e quasi filiale che spesso l’uomo instaura con alcune specie animali fa da contrappunto lo sfruttamento indiscriminato e indifferente che riserva ad altre. Cosa impedisce all’empatia di propagarsi?
Come si costruisce e come si abbatte l’argine che la confina?

Il secondo appuntamento festivo, domenica 26 marzo alle ore 17:30, vedrà in scena la compagnia Fondamenta Zero in “Una talpa” con Elena Ferri, Claudia Manuelli, Paolo Tosin ed Emilia Scatigno che firma anche la regia e la drammaturgia.
Musiche originali e live sound design Paolo Tosin.

Esistono avvenimenti extra ordinari in cui proviamo sensazioni bizzarre, in cui la mente e il corpo reagiscono in modi che mai ci saremmo aspettati.
“Una talpa” affronta un tema fin troppo gettonato, ma questo non fa alcuna paura perché la compagnia Fondamenta Zero è certa di volerlo affrontare a tutti i costi e con la massima onestà.
Infatti in queste circostanze extra ordinarie la realtà scompare in una nebbia ambigua e un pensiero si insinua nella testa: “È colpa mia”.
È un pensiero molto piccolo, ma è in grado di cambiare una vita per sempre.
“Una talpa” parla dell’incapacità di dire “stupro”, “abuso”, “violenza sessuale”, della ricerca disperata di un’altra parola per definire quello che è successo.
Non pretende di propinare una verità assoluta. Racconta una possibilità, un modo di sopravvivere.
Un modo possibile e reale, perché quello che racconta è frutto di un’esperienza diretta.

L’evento di chiusura è fissato per sabato 15 aprile, alle ore 17:30, con “Il bambolo” di Irene Petra Zani presentato da Infinito Produzioni e Argot Produzioni con Linda Caridi per la regia di Giampiero Judica.

“Il bambolo” è un monologo, scritto da Irene Petra Zani, per una Donna e un bambolo gonfiabile.
La coppia si trova al mare, su una spiaggia.
Lei non sa nuotare e nemmeno il Bambolo.
Potrebbe essere estate, ma la Donna si nasconde dentro a un enorme cappotto impermeabile, le cui dimensioni la fanno sembrare una bambina che ha rubato i vestiti dei grandi.
La Donna e il Bambolo stanno insieme da più diecimila anni.
Il loro amore è difficilmente degradabile.
Come la plastica.
Come un’illusione.

Informazioni di biglietteria:
Intero: € 10,00; ridotto: € 8,00; ridotto under 30 € 5,00 – Le riduzioni vengono applicate a: over 65 anni, abbonati teatri Rete Teatrale Aretina e Teatro Petrarca.

È possibile acquistare il carnet per i 5 spettacoli al costo di € 30 e € 20 per gli under 30.
Prevendita presso Officine della Cultura via Trasimeno 16, tel. 0575 27961 con orario dal lunedì al venerdì 10:00 > 13:00 e 15:30 > 18:00 – biglietteria@officinedellacultura.org; presso Teatro Petrarca Via Guido Monaco, 12, tel. 0575 1739608 con orario mercoledì, giovedì e venerdì 17,30 > 19,30. Circuito BoxOfficeToscana e www.ticktone.it. Biglietteria: il giorno di spettacolo presso il Teatro, apertura un’ora prima dello spettacolo.
Info teatro Officine della Cultura tel. 338 8431111.

 

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