Una pagina 150 di un libro di storia contemporanea soffriva terribilmente di solitudine.
«Su di me non si ferma nessuno!», diceva.
«Troppe pagine da leggere.
Troppo disinteresse per quello che accade al giorno d’oggi e poi… i giovani preferiscono gli smartphone!», piagnucolava.
«Se fossi la pagina 10, invece…».
La pagina 150 immaginava la pagina 10 al centro di tutte le attenzioni dei lettori.
Non era l’introduzione del libro, ché nessuno legge.
Non era l’inizio, ché tutti sfuggono.
La pagina 10 doveva essere al centro di un grande interesse!
L’inizio di una storia bellissima!
“Non come quando arrivano a pagina 100 – pensava la pagina 150 – ché tutti i lettori sembrano aver bevuto una tazza di camomilla, tanta è la voglia d’andare a dormire!”.
Il giorno successivo la pagina 150 chiamò le pagine del libro ad una grande assemblea.
«La nostra posizione è frutto di una scelta che non abbiamo compiuto.
Di un passo che non abbiamo fatto.
Credo fermamente che ciò non sia giusto!». L’incontro si chiuse con l’invito a tutte le pagine, da parte della pagina 150, a recarsi alle urne per votare, democraticamente, un quesito così composto: “Volete voi pagine decidere in forma autonoma e privilegiata la posizione da assumere nel libro?”.
Le pagine non accettarono.
I confini erano chiari.
I limiti dovevano essere definiti dallo scrittore. Non c’era altro da aggiungere.
“Ma… Però… Tuttavia…».
L’incontro si concluse con una baruffa dalla quale la pagina 150 uscì sconfitta anche se, approfittando della confusione, riuscì a prendere, nel libro, proprio la posizione della pagina 10.
«Finalmente!» gongolò la pagina 150.
Nulla cambiò.
La pagina 10 era solo il titolo di un capitolo: i lettori la leggevano di sfuggita.
Lei stessa fu contenta di cambiare posizione.
Arrabbiata e delusa la pagina 150 guardò alla pagina cinque.
Era un numero che portava proprio al centro, nel cuore: forse era il suo.
“Domani cambierò di posto.
L’ho fatto una volta, lo farò ancora!” pensò la pagina 150.
Non fece in tempo.
Con uno sprint che lasciò tutti di stucco la pagina Zero, la più inutile – quella bianca -, nella notte prese il posto della pagina 150 rilegando quest’ultima, che pur tanto aveva fatto per lui, per la sua “coscienza” di pagina, al suo posto.
«Perdonami!» disse la pagina Zero, spostandola.
«Senza di te, senza le tue rivendicazioni, non sarei mai riuscito a comprendere il ruolo che mi appartiene… ma ora è il mio momento!».
La pagina 150 rimase così, al numero Zero, silenziosa e vuota, finché il libro fu sostituito dalla seconda edizione.
Un quotidiano tra le mani, le parole rappresentative di alcuni titoli, un barattolo di colla, un foglio bianco, un semplice mix fino a creare un articolo che ci piacerebbe leggere: questa è l’idea che sta alla base del racconto di oggi.
Per chi ha voglia di partecipare al progetto Titoli&Colla non resta che fare altrettanto e inviare immagine e racconto all’indirizzo: sottoidiciotto@gmail.com.
I racconti più promettenti saranno pubblicati su lortica.it. Buona fantasia a tutti i lettori.