Coronavirus: ancora contagi, nella provincia di Arezzo 7 nuovi casi
La situazione dalle ore 14 del giorno 4 settembre alle ore 14 del giorno 5 settembre 2020 relativa alla diffusione del COVID, evidenzia nella provincia di Arezzo 7 nuovi casi.
Castelfranco Piandiscó
1 – Uomo di 38 già in isolamento domiciliare, sintomatico – indagine in corso. San Giovanni Valdarno
2 – Uomo 32 anni già in isolamento domiciliare in quanto rientrato dall’Albania, asintomatico.Continua a leggere
Laterina Pergine
3 – Uomo di 38 anni, già in isolamento domiciliare in quanto contatto di caso, sintomatico.
Castiglion Fiorentino
4 – Uomo di 31 anni già in isolamento domiciliare in quanto contatto di caso, asintomatico.
Cavriglia
5 – Donna di 75 anni già in isolamento domiciliare, rientrata da Courmayeur, sintomatica.
Foiano della Chiana
6 – Uomo di 22 anni già in isolamento domiciliare in quanto contatto di caso, asintomatico.
Ortignano Raggiolo
7 – Bambina di 2 anni già in isolamento domiciliare in quanto contatto di caso, sintomatica.
Il Dipartimento di Prevenzione ha intensificato l’attività di tracciamento dei contatti stretti che ha evidenziato, per il momento, 7 contatti per i casi di Arezzo che sono già stati immediatamente posti in isolamento.
Al momento nella Asl Toscana sud est sono 2.742 le persone in isolamento domiciliare o perché contatto di caso noto o perché provenienti da altri Paesi.
Ci sono 8 ricoveri presso le malattie infettive dell’Ospedale San Donato di Arezzo.
L’identificazione dei casi ed il tracciamento dei contatti à stato possibile attraverso l’effettuazione di 2.077 tamponi.
Spacciavano nei pressi di bar e centri commerciali, pusher albanesi arrestati dai carabinieri
Centinaia di cessioni documentate, acquirenti fidelizzati e pagamenti anche con prestazioni sessuali rese in strada.
Ieri mattina, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Arezzo, collaborati dai colleghi del Nucleo Cinofili di Firenze, hanno arrestato – dando esecuzione ai provvedimenti di custodia cautelare in carcere emessi dall’ufficio G.I.P. del Tribunale locale – due spacciatori albanesi, dopo averne seguito i movimenti per mesi e documentato minuziosamente l’illecita e fiorente attività di cessione della droga, prevalentemente cocaina ma in talune occasioni anche marijuana.Continua a leggere
Due i filoni investigativi portati avanti dai Carabinieri.
Il primo caso nella zona del viale Santa Margherita: lo spacciatore, 35enne albanese con precedenti di polizia, dopo essere stato contattato telefonicamente dai clienti, effettuava le consegne in bicicletta poco distante dalla sua abitazione incontrandoli negli spazi pubblici di centri commerciali e parcheggi.
Pressoché identiche le modalità seguite anche dall’altro spacciatore arrestato, anche lui albanese di 34 anni e con precedenti, che prediligeva le zone di Ceciliano e di via Romana: al contatto telefonico via whatsapp seguiva la consegna nei posti concordati, per lo più zone isolate in prossimità di fabbriche, bar parcheggi, dove l’uomo giungeva in auto da solo.
In entrambi i casi l’attività investigativa, avviata grazie alle preziose segnalazioni di alcuni cittadini, ha consentito di raccogliere a carico dei due arrestati gravi indizi di colpevolezza in ordine a centinaia di cessioni di stupefacenti del tipo cocaina e marijuana, consumati in città nell’arco dell’ultimo anno.
I Carabinieri, con i numerosissimi servizi di osservazione e i pedinamenti portati avanti per quasi tre mesi, sono riusciti ad identificare parecchie decine di acquirenti ed a ricostruire una rete di oltre diecimila contatti da parte di una clientela composta prevalentemente da giovani assuntori locali e oramai fidelizzata; molti di loro hanno acquistato con regolarità negli ultimi anni (alcuni addirittura a partire dal 2005), due o tre volte a settimana, arrivando a perfezionare acquisiti per centinaia di dosi.
Dieci euro a grammo il costo della marijuana e 70/80 quello della cocaina, ma anche pagamenti in natura come nel caso di una giovane tossicodipendente che ha dichiarato ai militari di non aver mai pagato la droga in denaro, ma garantendo allo spacciatore in svariate occasioni prestazioni sessuali anche in strada all’aperto.
Dopo l’arresto i due sono stati condotti in carcere.
Dovranno rispondere di spaccio di sostanze stupefacenti continuato e, nel caso del 35enne, con l’aggravante di aver ottenuto prestazioni sessuali da persona tossicodipendente.
Con il restauro della fontana torna l’acqua in piazza Grande, dall’acquedotto Vasariano al cuore della città
Inaugurata stamani la “nuova” fontana di piazza Grande, restaurata con un complesso intervento in due fasi.
La prima è stata seguita da Luca Russi, la seconda da Tommaso Sensini con la supervisione della Soprintendenza di Arezzo nella persona di Umberto Senserini.Continua a leggere
Progetto di restauro e direzione dei lavori dell’architetto Daniele Talozzi.
Le opere sono state finanziate, con il sostegno di Ubi Banca, da Fraternita dei Laici per volere del Magistrato di Fraternita, il Primo Rettore Pier Luigi Rossi e Arturo Ghezzi, Daniela Galoppi, Andrea Pastorelli e Monica Manneschi.
Stamani il simbolico taglio del nastro alla presenza, tra gli altri, del sindaco Alessandro Ghinelli, del Primo Rettore Pierluigi Rossi, della Soprintendenza Belle Arti e del direttore territoriale di Ubi Banca, Luca Scassellati.
“Da sempre la Fontana e il Pozzo sono elementi caratterizzanti Piazza Grande, ed ora questa caratteristica viene resa viva dal ritorno dell’acqua, portata da un acquedotto anch’esso simbolo elegante del paesaggio aretino- ha detto il Sindaco Alessandro Ghinelli”. Grazie al Magistrato di Fraternita per il puntuale restauro conservativo della Fontana che ha riportato il manufatto alla sua originaria bellezza”.
Il Primo Rettore della Fraternita Pier Luigi Rossi ha dichiarato
“La Fonte di Piazza Grande realizzata per volontà della Fraternita dei Laici portò l’acqua dall’esterno in città nel maggio 1603, e fu festa grade. La Fonte è un simbolo della Fraternita perché è una opera di misericordia corporale: portare l’acqua agli assetati.
Lo scopo della Fraternita, la più antica ed autorevole istituzione Pubblica di Arezzo, fin dalla sua fondazione avvenuta nel 12263 è stato: realizzare opere di pubblica utilità civile e sociale as favore della gente aretina.
Il restauro della Fonte si inserisce nel recupero della funzionalità dell’intero acquedotto cosidetto vasariano, restaurato in questi anni.
Ideali e Concretezza per Arezzo.”
“È motivo di soddisfazione per UBI Banca aver sostenuto la realizzazione del restauro della storica Fontana di Piazza Grande, in linea con l’attenzione dimostrata in questi anni per il patrimonio artistico e culturale della nostra città e del territorio.
” Ha dichiarato Luca Scassellati, responsabile Direzione Territoriale Arezzo di UBI Banca.
L’acqua in piazza Grande, dal nuovo acquedotto appena terminato, arrivò per la prima volta la domenica di Pasqua del 1603, il 18 maggio.
L’acquedotto progettato da Alfonso Pagni nel 1503, realizzato con la direzione dei lavori di Gherardo Mechini, venne finanziato con 120.000 scudi dalla Fraternita dei Laici.
La fontana del 1603 è rappresentata nel dipinto di piazza Grande, conservato nella pinacoteca di Fraternita, di Cristoforo di Donato Conti, ed è diversa da quella attuale che venne istallata il 15 novembre 1794 da Lorenzo Gugliantini.
Il progetto della fontana è da ritenersi del figlio Jacopo, con la supervisione dell’ingegnere Granducale Rainieri detto Neri Zocchi.
Gugliantini era allievo di Angelo de Giudici, allora Primo Rettore della Fraternita dei Laici.
La Fontana in stile neoclassico è in marmo statuario e le lesioni del “catino “ risalgono al 1804, quando si cambiarono i “cannelli” in bronzo ancora oggi presenti.
Lo zampillo della fontana indica il corretto funzionamento dell’acquedotto “Vasariano”.
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