Andare in Francia, ci perdoni il buon Valenti, non è necessariamente un bene.
E anche andare a Parigi, come dice il patron del festival di maggior successo della storia aretina, non è detto che porti benissimo.
Oppure sì, se si entra dalla porta principale e non da quella di servizio, magari grazie a un cameriere generoso.
Da qualche mese Valenti manda segnali francesi, ma non specifica molto.
L’ultimo è quello di una nascente collaborazione tra L’Istituto Italiano di Cultura a Parigi e la Fondazione Arezzo Wave Italia.
Non si specifica altro.
L’Istituto di Cultura Italiana a Parigi è una realtà di prestigio e questo lascerebbe ben sperare, ma se non si sa su cosa si baserà la collaborazione, se si farà Arezzo Wave in un’edizione di livello europeo a Parigi oppure se saremo dalle parti del’edizione di Ponte a Buriano, magari in una anonima periferia della città.
Sarà certamente tutto grande, ma se non si svelano le condizioni e soprattutto le ambizioni, gli sponsor principali, la sede e lo sforzo promozionale che verrà messo in campo tutto rimane sul vago.

A oggi possiamo solo fare un in bocca al lupo sincero a Valenti e soci, in attesa di sapere qualcosa di più sulla manifestazione, che secondo il patron farà conoscere Arezzo intorno alla Torre Eiffel.
Noi ce lo auguriamo, anche perché i tempi per l’organizzazione, Valenti ci insegna, non sono più amplissimi.