Agosto è il mese più rischioso per quanto riguarda le tossinfezioni alimentari, perché il caldo moltiplica i rischi di proliferazione.
In questo periodo però le gastroenteriti virali e batteriche sono in aumento, volte, basta una mangiata di cozze o di ostriche per rovinarsi la vacanza.
Sono a centinaia le tossinfezioni alimentari, ma in Italia le più comuni sono quelle da Salmonella, da Campylobacter ed Escherichia Coli, si insidiano nelle salse all’ uovo, nei crostacei, nei mitili e nei cubetti di ghiaccio, poi proliferando nell’ intestino, provocano in breve tempo nausea, vomito, violenti crampi addominali e diarrea, spesso accompagnata da febbre.
Sintomi che possono essere scambiati per forme parainfluenzali, dovute in questo periodo dai continui sbalzi termici.
La cottura dei cibi uccide la maggior parte dei micro-organismi, i quali non resistono a temperature superiori ai 60-70 gradi, ma un cibo cotto, e quindi considerato sicuro, può contaminarsi al contatto con cibi crudi inquinati, non mischiarli nel piatto se non se ne conosce la preparazione e soprattutto la provenienza.
Evitare i cibi acquistati nei chioschi, in spiaggia o dai venditori ambulanti, dove la refrigerazione continua non è certa, ma anche quelli portati da casa tenuti per ore in borse non termiche.
In estate quindi meglio rinunciare a cibi crudi o conditi con salse varie se non si è sicuri della preparazione, della conservazione.
Quindi per evitare di passare tre giorni tra letto e bagno, in preda a febbre e dolori addominali.
Per evitare noiose e dolorose malattie intestinali meglio rinunciare a cibi elaborati e scegliere quelli semplici e ben cotti.